Non soltanto, secondo lei, la cartografia delle filiere è cambiata, ma «l'Unione non ha potuto essere sempre così presente in Italia quanto avrebbe voluto». A questo proposito, cita - riferisce il settimanale - le difficoltà incontrate sul posto sia «dalla DGSI» (i servizi francesi, ndr) sia dal dispositivo «Frontex», la guardia costiera e frontaliera europea. Entrambe si sarebbero trovate di fronte ad «argomenti italiani di sovranità» e ad «hot spot insufficienti per numero e funzionamento».
La Francia - scrive anche la Loiseau nella nota datata 3 agosto - deve «misurare la debolezza» del proprio discorso e «controllare la narrazione sulla questione migratoria piuttosto che subirla». «I leader populisti europei (in Italia o in Ungheria) - continua - non hanno intenzione di abbandonare presto «il 'filonè migratorio» e «continueranno a voler la propria lettura (l'Italia abbandonata, l'Europa inefficace, la sovranità e l'identità dei paesi europei minacciate) e le loro pratiche: respingimenti di massa, chiusura dei porti, senza contare il rischio di disdetta da parte dell'Italia dell'accordo di Chambery» (testo che regola la cooperazione fra le polizie di frontiera di Parigi e Roma, ndr)».
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