Inghilterra, massacrata di botte dal fidanzato e nascosta nel bagagliaio dell'auto

L'aggressore James Smith (Credits: Birmingham Mail)
di Ida Artiaco
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Lunedì 11 Gennaio 2016, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 13:13
Ellese Cassidy è una ragazza inglese di 20 anni. La sua è una storia di violenza domestica che ha indignato tutto il Regno Unito, ma allo stesso tempo testimonia come sia possibile denunciare i propri aguzzini con un po’ di coraggio. Non ha potuto camminare per quattro mesi ed è stata ricoverata per più di tre settimane in ospedale lo scorso luglio dopo le violenze subite da parte del suo ex fidanzato, il 23enne James Smith. Dopo la paura, è arrivata la forza: la ragazza si è rivolta alle autorità e il giovane dovrà restare in carcere per 27 mesi con l’accusa di lesioni gravi.

I due si erano lasciati poco più di un anno fa, ma il ragazzo non pare abbia preso molto bene l’allontanamento della sua fidanzata. Si era conosciuti ancora adolescenti, ma più la loro storia si faceva seria più James diventava geloso, tanto che la ragazza aveva deciso di non vederlo più e di denunciare la faccenda alla polizia, ottenendo un ordine restrittivo, che non ha mai rispettato.

È allora che è cominciato l’incubo di Ellese, a causa delle minacce, avanzate da James nei confronti suoi e della sua famiglia. «Ha distrutto la mia vita fisicamente e mentalmente e ha fatto vivere tutti i miei parenti in un inferno. Mi ha picchiata talmente tanto che sono stata costretta sulla sedia a rotella per più di quattro mesi», ha raccontato la protagonista della triste vicenda al quotidiano inglese Birmingham Mail.

E i segni sono ancora adesso visibili.  «Ho ancora un dolore persistente alla gamba destra e non riesco a salire le scale. Posso solo dire che era il mio amore, ma è diventato un mostro e non lo riconosco più», ha sottolineato Ellese. La situazione è diventata insostenibile dopo che James aveva scoperto che lei stava uscendo con un amico in comune. È stato in quel momento che la sua violenza è diventata ingestibile.

«Mi raggiunse nel luogo dell’appuntamento con un altro ragazzo, mi costrinse a uscire dalla macchina e cominciò a strattonarmi, finchè non avvolse la sua gamba intorno alla mia e sentì uno strappo. Sapevo che ormai era rotta. Gli ho chiesto più volte di fermarsi, ma è stato tutto inutile. Il dolore era insopportabile, ma lui ha continuato a colpirmi con calci e pugni lungo tutto il corpo», ha ricordato. Alla fine l’aggressore è stato costretto a chiamare un’ambulanza, ma è scappato prima che arrivassero i soccorsi.

«Mi aveva nascosta nel retro della macchina del mio amico ed ero posizionata talmente male, con la gamba dolorante, che ci sono voluti 45 minuti prima che i paramedici riuscissero a liberarmi», ha raccontato ancora Ellese, che trasportata d’urgenza in ospedale ha subito due operazioni chirurgiche per riparare la gamba rotta e il ginocchio fracassato. Ci sono voluti quattro mesi prima che potesse riprendere a camminare.

Dopo aver denunciato l’accaduto alla polizia locale, Smith è stato fermato e ha dovuto confessare la sua colpevolezza. «Sono comunque molto arrabbiata – ha concluso Ellese - che la sua pena sia così esigua, dopo tutto quello che ha dovuto subire la mia famiglia. Non credo che le vittime di violenza domestica ricevano sempre la giustizia che meritano. Voglio raccontare la mia storia per tutte le donne che combattono nel silenzio le loro battaglie quotidiane. La nostra voce deve essere ascoltata».
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