Ville, armi e occhiali da sole, il kamikaze ragazzino che faceva il bullo su Facebook

Una delle ultime immagini pubblicate da Bilal Hadfi su Facebook
di Giulia Aubry
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:02 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 14:33

A guardare le foto pubblicate su Facebook sembra poco più che adolescente. Forse è per questo che all’inizio si pensava che uno degli attentatori dello Stade du France avesse 15 anni.

Bilal Hadfi, 20 anni, è uno degli otto uomini sospettati di far parte del commando che nella notte tra il 13 e il 14 novembre ha terrorizzato Parigi. Un ragazzo che, come la maggior parte dei suoi coetanei, aveva un profilo su Facebook “scoperto” da Vocativ.com, il sito di informazione dal deepweb.

Come riportato dal quotidiano fiammingo Het Laatste Nieuws, Hadfi faceva parte della cellula terroristica con base a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles divenuto tristemente noto come la “capitale dei jihadisti europei”.

Hadfi stesso era originario di un altro sobborgo di Bruxelles, Neder-over-Heembeek, e fino all’inizio del 2014 era conosciuto soprattutto come un appassionato tifoso di calcio. Fino a quel momento il suo posto naturale sarebbe stato sugli spalti dello Stade du France a fare il tif, e non all’esterno a farsi saltare in aria con una cintura esplosiva.

Secondo quanto riportato dalla stampa belga, il suo processo di radicalizzazione sarebbe cominciato nella tarda primavera dello scorso anno e lo ha portato a settembre in Siria a combattere per “Daiich” (lo Stato Islamico) come scrive in un commento Ni Ght Ranger, uno dei suoi amici di Facebook che – intervistato da un giornalista – ha risposto di aver perso di vista l’amico dall’agosto dello scorso anno quando erano andati in vacanza in Marocco. “Subito dopo – avrebbe dichiarato il giovane belga – Bilal è andato a combattere con lo Stato Islamico”.

E del periodo pre-Daesh, o pre-Isis per usare l’acronimo più diffuso in occidente, parlano le foto pubblicate sul suo profilo facebook da Bilaf Hadfi sotto lo pseudonimo di Billy Du Hood (Billy Boyz). Un profilo che è stato chiuso il 16 novembre e da cui la polizia avrebbe preso alcune delle foto che sono servite per identificare il giovane kamikaze e che sono poi comparse sui giornali.

Ci sono foto scattate con i compagni di “Versailles” – come veniva chiamato il complesso di case popolari in cui il giovane ha vissuto fino al 2014 -, ma ci sono anche immagini di armi automatiche e delle proteste nelle banlieue accompagnate dalla scritta “Nique La Police – Fuck The Police”. Era il 2013 e nonostante l’allora diciottenne Hadfi non fosse stato ancora reclutato dallo Stato Islamico, la sua inclinazione appariva già evidente, come probabilmente quella di molti giovani islamici che vivono e crescono nell’emarginazione e nella disoccupazione delle periferie delle città della Francia e del Belgio.

In un’altra il giovane si fa fotografare mentre in costume impugna un’arma in quella che appare essere una villa, forse durante il suo soggiorno in Marocco. In un’altra ancora è a bordo piscina, occhiali da sole scuri, e fa il segno della vittoria accanto a un amico. Indossa maglie dell’Adidas, veste all’occidentale, niente barba. Ma la foto più inquietante è quella in cui compare con un amico e due bambini. I due si sono fatti fotografare in pieno giorno in una strada affollata, probabilmente in Belgio, con il volto coperto dalla kefiah alla maniera dei combattenti. “Io e il mio piccolo fratello” recita la didascalia. E oggi, dopo la terribile esplosione allo Stade du France, quell’immagine assume tutto un altro significato.