Ligue 1 di nuovo in campo tra paura e commozione. Nervoso Blanc: «Ora è dura giocare»

Ligue 1 di nuovo in campo tra paura e commozione. Nervoso Blanc: «Ora è dura giocare»
di Benedetto Saccà
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 00:16

Faticosamente, con un passo lento e un respiro leggero, il pallone francese cerca di lavar via lo sporco della paura, e di rinascere, e di riprendere a rotolare. È fragile e bambino, ora, il calcio di Francia. A guadarlo, in coda a questa settimana di terrore, quasi perde l’equilibrio. Ma no, non si può cedere, o cadere. Non adesso di certo. Lo sanno tutti: e a nessuno balla nella mente di un’idea diversa. «In nessuna maniera il terrorismo ci fermerà», ha assicurato il ministro dello sport Patrick Kanner. Si giocherà, insomma. Si giocherà fino a che le ragioni di sicurezza lo consentiranno. Ad inaugurare la giornata della Ligue 1 sarà così la sfida di stasera tra il Nizza e il Lione: poi, domani, il Paris Saint-Germain capolista sarà ricevuto dal Lorient allo Stade du Moustoir.

È chiaro però che tutta la geografia ludica del pallone sarà foderata da un’infinita trama di commozione, e coperta in definitiva da una nuvola di prevenzione. In particolare ogni partita sarà preceduta dall’esecuzione della Marsigliese e da un minuto di raccoglimento dedicato alle 129 vittime delle stragi di Parigi. A questo proposito, i giocatori del Psg scenderanno in campo vestendo una maglia decorata con il messaggio «Je suis Paris». E sui campi dell’intero paese si indosserà la fascia nera al braccio in segno di lutto. Sorprendentemente però l’inno nazionale non sarà suonato prima del derby corso tra il Bastia e l’Ajaccio, perché le autorità temono che le note possano essere fischiate, come peraltro già avvenuto nel 2002 in occasione della finale della coppa di Francia fra il Bastia e il Lorient.

«In questo momento è dura giocare al calcio, i miei giocatori sono rimasti molto colpiti da quanto è successo», ha confidato l’allenatore dei parigini Laurent Blanc, apparso peraltro piuttosto nervoso durante la conferenza-stampa della vigilia. Sul fronte dell’ordine pubblico, infine, massima sarà l’attenzione. Vietati gli zaini, le borse e i caschi negli impianti; previsti l’uso dei metal detector e l’intensificazione di perquisizioni e di controlli; proibite le trasferte ai tifosi. È calcio: ma sembra una guerra.