Iran, vignettista condannata a 12 anni di carcere: sotto accusa una caricatura dei deputati di Teheran

Atena Farghadani
di Federica Macagnone
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Venerdì 5 Giugno 2015, 01:44 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 15:02
Dodici anni di carcere solo per aver espresso un'opinione attraverso le vignette della sua matita creativa. Atena Farghadani, iraniana di 28 anni, è stata processata a Teheran per aver disegnato una caricatura con cui critica i deputati iraniani favorevoli a limitare la contraccezione: nel disegno alcuni politici della Repubblica Islamica sono raffigurati come animali mentre votano una legge che restringe l’accesso delle donne al controllo delle nascite, abolendo la vasectomia maschile e la sterilizzazione volontaria delle donne.



Il processo per “propaganda ostile”, “insulti al Parlamento” e “offese al Leader Supremo” Ali Khamenei, si è svolto il 19 maggio, ma la pronuncia che la condanna a un lungo periodo di carcere è arrivata solo in questi giorni: anche se Atena è stata condannata a 12 anni e nove mesi di carcere, gli esperti ritengono che il numero di anni superi di gran lunga il limite legale per tale reato, che attualmente è pari a sette anni e sei mesi. Abolghassem Salavati, il giudice che ha emesso la dura condanna, è noto nel suo Paese come “il giudice della morte” grazie alla sua fama di impartire punizioni pesanti: in particolare Salvati è conosciuto per elargire dure sentenze contro giornalisti, artisti, blogger e attivisti politici.



La vignettista era stata arrestata nell’agosto scorso dalle Guardie della Rivoluzione e detenuta nella prigione di Gharchak: secondo un rapporto di Amnesty International, le guardie hanno fatto irruzione nella sua casa, l'hanno bendata, hanno sequestrato i suoi effetti personali e poi l'hanno trascinata in prigione. Era stata scarcerata a dicembre, ma una volta libera Atena aveva postato online un video in cui raccontava di essere stata picchiata in cella e interrogata per nove ore al giorno. Riarrestata a gennaio, ha dato il via a uno sciopero della fame, ha subito un infarto e ha vissuto nei mesi seguenti in isolamento nel penitenziario di Evin a Teheran.



Secondo i familiari, Atena lancerà un appello contro la sentenza, mentre Amnesty International l'ha già dichiarata una "prigioniera di coscienza".



«Naturalmente siamo tutti sconvolti – ha dichiarato un parente della vignettista che ha preferito rimanere anonimo dopo che alcuni membri della famiglia Farghadani sono stati minacciati di morte - Ma vedendo come è ottimista Atena, non possiamo non fare altrettanto. Lei è un angelo, ama le persone, gli animali. Inoltre ha fatto del suo talento una bandiera dei diritti umani».