Elezioni Regno Unito nel segno della paura. Sfida May-Corbyn su sicurezza e Brexit

Corbyn e May
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Giovedì 8 Giugno 2017, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 23:12

Seggi aperti nel Regno Unito per le politiche anticipate, le prime elezioni post Brexit. Si vota fino alle 22 (le 23 in Italia) in 650 collegi uninominali, con misure di sicurezza rafforzate dopo i recenti attacchi terroristici. I favori dei sondaggi restano per il Partito Conservatore di Theresa May, ma i Laburisti di Jeremy Corbyn hanno dato segni di ripresa. Alla Camera dei Comuni uscente i Tory avevano 331 deputati (36,9% nazionale), il Labour 232 (30,4%), gli indipendentisti scozzesi dell'Snp 56, i LibDem 8.

Sono 46.9 milioni gli elettori britannici che si sono registrati per prendere parte al voto di oggi, mezzo milione in più rispetto ai 46,4 milioni delle elezioni del 2015. L'affluenza ai seggi negli ultimi anni è progressivamente aumentata rispetto al calo registrato all'inizio degli anni 2000. Ecco i dati dell'affluenza delle ultime elezioni politiche: 2015, 66.2%; 2010, 65.1%; 2005, 61.4%; 2001, 59.4%; 1997, 71.4%. Nel Dopoguerra, le elezioni politiche con la più alta affluenza furino quelle del 1950, con l'83.9%. In quell'occasione vinsero i Laburisti di Clement Attlee, sconfiggendo i Tories guidati da Winston Churchill.


May promette una Brexit dura e una lotta senza quartiere al terrorismo. Corbyn vuole guidare il paese fuori dall'austerità attraverso politiche attente ai più deboli. È questa la scelta che dovranno fare i 46,9 milioni di elettori britannici. Dovevano essere «snap elections», elezioni lampo senza sorprese, ma si sono trasformate in una campagna segnata dalla tragedia di due attacchi terroristici e dall'imprevedibilità nata dagli errori commessi soprattutto dal fronte conservatore.

May sperava che ci fosse solo un tema sull'agenda elettorale, ossia la Brexit, dossier sul quale ha promesso al paese di seguire una linea intransigente al contrario di Corbyn, tutt'altro che europeista ma meno netto nel voler prendere le distanze da Bruxelles e soprattutto dal mercato unico. Ma prima ancora che la campagna fosse macchiata dal sangue degli attentati di Manchester e di Londra, un manifesto elettorale confuso e impopolare le aveva tolto le simpatie dell'elettorato tradizionale, che difficilmente tradirà il partito ma che non vede più nella premier la guardiana dei propri interessi. Anche sul terrorismo, sul suo tentativo di apparire ferma e risoluta, pesano i tagli alle forze di polizia approvati durante il mandato al ministero degli Interni e il fatto che alle segnalazioni di alcuni artefici degli ultimi attentati non sia stato dato il giusto seguito.

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