Caso Kroll, "Tronchetti aveva il diritto di difendersi"

Marco Tronchetti Provera
di Sa. Men.
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Sabato 25 Luglio 2015, 21:46 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 00:21
La sentenza d'assoluzione della cosiddetta vicenda Kroll prova che Marco Tronchetti Provera "aveva il diritto di rivolgersi all'Autorità Giudiziaria per tutelare i diritti delle società di cui aveva la responsabilità, la sua famiglia e se stesso". "È stata riconosciuta la piena liceità del suo comportamento". È quanto affermano Marco De Luca e Giuseppe Lombardi, legali di Marco Tronchetti Provera sulla base delle motivazioni della sentenza emessa lo scorso 11 giugno.



Marco Tronchetti Provera, che lo scorso aprile ha rinunciato alla prescrizione del reato intervenuta nel settembre dell'anno scorso, un mese fa è stato assolto con la formula "perché il fatto non sussiste".Al centro della vicenda, capitolo secondario del cosiddetto caso del “dossier illegali”, c'era un cd con dati raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll, la quale, nel 2004, quando era in corso uno scontro tra Tlc e alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom, stava portando avanti un'attività di spionaggio nei confronti di Telecom e della famiglia Tronchetti. Secondo le indagini del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, quei file di Kroll vennero intercettati dagli uomini di Tavaroli, con un'operazione di hackeraggio, e poi fatti avere alla segreteria di Tronchetti. Con quel materiale l'allora numero uno di Telecom fece denuncia sullo spionaggio sia alle autorità italiane che brasiliane. Secondo il pm, però, sarebbe stato consapevole che erano file di "natura illecita" e fu dunque accusato di riciclaggio e condannato in primo grado. I giudici della prima Corte d'Appello, presieduti da Marta Malacarne, non hanno creduto a questa versione, decidendo, nel corso del dibattimento di acquisire alcuni atti del fascicolo delle indagini difensive e poi pronunciandosi per l'assoluzione con formula piena.
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