Caso Kroll, assolto Tronchetti Provera. «Fiducia in giustizia che è arrivata»

Caso Kroll, assolto Tronchetti Provera. «Fiducia in giustizia che è arrivata»
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Giovedì 9 Febbraio 2017, 20:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 14:20
La seconda Corte d'Appello di Milano ha assolto «perché il fatto non costituisce reato» Marco Tronchetti Provera, imputato per ricettazione nell'ambito del cosiddetto caso Kroll. Il processo è stato celebrato dopo che la Cassazione aveva annullato una precedente sentenza di assoluzione. L'attuale presidente di Pirelli aveva rinunciato alla prescrizione.

L'attuale presidente di Pirelli è stato assolto con formula piena dall'accusa di ricettazione che in primo grado gli era costata una condanna a 1 anno e 8 mesi (pena sospesa) trasformata, poi, in un'assoluzione in un precedente giudizio di secondo grado. Al centro del procedimento c'è un cd con dati raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll che nel 2004, quando era in corso uno scontro tra Telecom e alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom, che stava portando avanti un'attività di spionaggio nei confronti del gruppo delle telecomunicazioni e della famiglia Tronchetti.

Secondo la ricostruzione dell'accusa, quei file vennero intercettati dagli uomini (il cosiddetto Tiger Team, ndr) di
Giuliano Tavaroli, all'epoca capo della security di Telecom, con una operazione di hackeraggio, poi fatti avere alla segreteria dell'ex numero uno del gruppo di telecomunicazioni, il quale, sempre secondo le indagini, pur sapendo come erano stati acquisiti, diede ordine di sporgere denuncia. Denuncia che per altro non venne mai fatta. Come risulta dagli atti processuali, il cd incriminato fu invece consegnato dall'ex manager Angelo Jannone sia alla polizia federale brasiliana sia ai carabinieri di Milano.

Una ricostruzione, questa, non accolta dalla Corte che invece avrebbe sposato le tesi della difesa. Secondo la quale Tronchetti Provera nulla sapeva della provenienza del materiale e che, alla fine di giugno del 2004, dopo aver dato disposizione di sporgere denuncia nel corso di una riunione, esercitando per altro un «suo diritto» con lo scopo di «difendere» se stesso, la sua famiglia e la società, non si è più interessato della vicenda portata avanti, invece, dall'ufficio legale e dalla sicurezza interna allora guidata da Tavaroli.

«Dopo tanti anni credo che sia un giorno molto importante di chiarezza, la frase facile a dire è che avendo fiducia nella giustizia alla fine si ha giustizia», ha commentato Tronchetti Provera. «Io ho sempre avuto fiducia nella giustizia - ha aggiunto - ho rinunciato alla prescrizione nella convinzione che questo è un Paese democratico in cui bisogna rispettare lo Stato e la giustizia, il pilastro su cui si fonda una società democratica». E sull'ipotesi che la Procura generale, che aveva chiesto la sua condanna, possa ricorrere ancora in Cassazione, Tronchetti Provera ha detto: «Noi andremo sempre e comunque fino in fondo, i fatti sono cocciuti e io sono cocciuto quanto i fatti». E ha voluto ringraziare i suoi legali, gli avvocati Marco Deluca e Giuseppe Lombardi, che «hanno lavorato con passione». 

 
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