Strage di Bologna, Mambro, Fioravanti e Ciavardini in aula come testimoni

Strage di Bologna, Mambro, Fioravanti e Ciavardini in aula come testimoni
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Domenica 11 Marzo 2018, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 00:00
Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, terroristi condannati in via definitiva per la strage della stazione di Bologna, saranno di nuovo convocati in tribunale, in un processo sull'attentato del 2 agosto 1980, 85 morti e 200 feriti. I tre ex Nar sono indicati dalla Procura bolognese come testimoni per il
dibattimento che, a 38 anni dai fatti e sulla base di una rilettura aggiornata delle carte, vede imputato per concorso nell'attentato Gilberto Cavallini, anche lui all'epoca militante dei nuclei armati rivoluzionari, formazione d'ispirazione neofascista. Il processo inizia il 21 marzo.

Ma sull'effettiva partecipazione in udienza dei tre condannati (gli “sposini neri” e l'unico minorenne del gruppo
all'epoca del fatto), il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, è scettico. «Senz'altro saranno chiamati - ha detto - ma bisogna vedere se verranno. Per me è difficile, oppure se verranno si avvarranno della facoltà di non rispondere. Sono già stati molto fortunati... Mambro e Fioravanti sono liberi: lo Stato italiano è indulgente con gli stragisti».

Secondo fonti vicine agli ex Nar, invece, la loro presenza è più che probabile e si può ipotizzare che saranno inseriti anche nella lista dei testimoni della difesa Cavallini, curata dagli avvocati Gabriele Bordoni, Alessandro Pellegrini e Mattia Finarelli. Altro discorso, invece, sono le questioni a cui Fioravanti e compagni decideranno di rispondere: come testimoni “assistiti”, cioè giudicati in un procedimento connesso e quindi sentiti con un avvocato, hanno il diritto di avvalersi della facoltà loro offerta di rispondere o meno, domanda per domanda.

Scade domani, intanto, il termine per gli elenchi e le parti sono abbottonate. Secondo quanto si apprende, nella lista del pool dell'accusa, con i Pm Antonello Gustapane, Antonella Scandellari, Enrico Cieri e il procuratore Giuseppe Amato, ci saranno anche Flavia Sbrojavacca, compagna di Cavallini, Elena Venditti, che fu fidanzata di Ciavardini, e Cecilia Loreti, oltre ai periti che fecero le analisi sull'esplosivo. I pm chiedono inoltre di acquisire le testimonianze di persone che nel frattempo sono morte, sulla cui ammissibilità si discuterà.

Tra queste, Maria Cecilia Brunelli, la madre di Sbrojavacca, Massimo Sparti, che dichiarò di aver incontrato Fioravanti e Mambro a Roma due giorni dopo l'attentato, Luigi Vettore Presilio, estremista di destra che dal carcere, a luglio 1980, parlò di un evento che doveva accadere a Bologna, a inizio agosto. Ma anche Carlo Digilio, soprannominato “Zio Otto”, ex Ordine nuovo, poi collaboratore di giustizia. Non è escluso invece che la difesa chiami a deporre qualche esponente di una delle piste 'alternativè a quella neofascista, come quella
palestinese, archiviata nel 2015. Processo, dunque, ma anche partita a scacchi, davanti a tanti familiari delle vittime - già 90 le parti civili - che potrebbero rivedere dal vivo gli uomini che per la giustizia sono gli esecutori materiali dell'attentato più grave del dopoguerra italiano. Senza dimenticare che quello che succederà in Corte di assise potrebbe avere riflessi sull'inchiesta che punta ai mandanti, recentemente avocata, con un gesto
inaspettato quanto poco rituale, dalla Procura generale.
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