Padre soffoca il figlio nel sonno: «Sono stato colto da un raptus»

Padre soffoca il figlio nel sonno: «Sono stato colto da un raptus»
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Venerdì 18 Luglio 2014, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 15:24

Avrebbe ucciso il figlio di origine russa di 5 anni, soffocandolo. E' accaduto nella notte in una abitazione di Pescara. Massimo Maravalle, 47enne informatico, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Pescara.

La squadra mobile diretta da Pierfrancesco Muriana ha accertato che l'uomo era sotto controllo sanitario per delle patologie psichiatriche, condizione precedente all'adozione della piccola vittima.

L'uomo ha preso un cuscino e ha ucciso il piccolo.

Le indagini sono coordinate dal pm Luca Papalia. Ad accorgersi dell'accaduto è stata la mamma, avvocato. Sul posto sono giunti il personale del 118, la mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana, e il pm Andrea Papalia in attesa del medico legale, Christian D'Ovidio. L'uomo è stato arrestato. Nel corso dell'interrogatorio avvenuto subito dopo l'arresto, il tecnico informatico, ha ammesso le proprie responsabilità e ha detto di aver agito in preda a un raptus. Ad accorgersi di tutto e' stata la moglie, che si è svegliata nella notte, prima dell'una, e si e' accorta che il marito era sveglio e girava tra le stanze di casa. Quando gli ha chiesto che problema avesse lui si è mostrato tranquillo ma la donna, insospettita, ha raggiunto il piccolo che dormiva nella sua cameretta, ha notato che non respirava e ha lanciato l'allarme.

All'arrivo degli agenti, l'uomo ha mostrato freddezza e in un primo momento, si è limitato a dire che il piccolo non stava bene. A quanto sembra già l'altra notte c'era stato un episodio strano, nell'abitazione della famiglia, mentre il bimbo dormiva nel letto tra i genitori. Lui si e' svegliato all'improvviso e lo ha scosso, ritenendo che il piccolo stesse male, ma in realtà non c'era alcun problema, come gli ha fatto notare la moglie, svegliata di soprassalto. Il 47enne, in cura per una forma di psicosi, da qualche giorno avrebbe interrotto in maniera autonoma le cure mediche che gli sono state prescritte. Il bimbo è arrivato a Pescara a maggio 2012, in affido, per poi essere adottato dalla coppia.

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