Ma il cuore di Roma non era già vietato alle scorrerie ultrà?

di Mario Ajello
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- Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 00:05
Pensavamo che fosse servita la lezione dei barbari olandesi, quegli ultrà del Feyenoord che devastarono la Barcaccia berninana a piazza di Spagna.

E saccheggiarono il salotto di Roma. Credevamo che, vaccinati da quella pessima prova e da quel brutto ricordo, ci saremmo potuti evitare i bis, i remake e la ripetizione del quasi uguale. E invece, no. I turchi non sono come gli olandesi. Non hanno sicuramente quella furia distruttiva che vedemmo all’opera l’altra volta e in questo caso non è stato sfasciato nulla. Però, a piazza del Popolo i tifosi del Galatasaray, arrivati a Roma per la partita con la Lazio, hanno sparato i petardi, hanno scorrazzato per le vie lì intorno, hanno portato scompiglio e paura nella zona del Pincio.

Questo non si può tollerare. Va sbarrato, una volta per tutte e tutte le volte, il cuore di Roma ai violenti. Non lo avevamo già fatto? Non pensavamo che ormai il centro di questa città fosse stato immunizzato dal pericolo di altre scorribande?
 
Abbiamo avuto una brutta sorpresa. Un amaro risveglio da un’illusione. Le scene che si sono svolte l’altra notte a Ponte Milvio con risse e accoltellamenti tra tifoserie e l’indomani nel centro di questa città, con le bombe carta, devono servire a ricordarci che la parte più preziosa della Capitale deve essere off limits per chi da fuori viene, spinto da intenti bellicosi, con il pretesto di assistere a manifestazioni sportive. Non possono marciare indisturbati gli ultrà, tra la gente che passeggia, che lavora e che ha il diritto alla tranquillità e al libero uso dello spazio urbano senza dover essere terrorizzata. Ora basta.

Lo abbiamo detto più volte, ma la storia tende a ripetersi.
In questa occasione le forze dell’ordine hanno funzionato meglio, l’argine ha retto di più, ma non del tutto. Dunque, lo sforzo repressivo e la barriera preventiva hanno bisogno di essere curati meglio. Rendendo impossibili le paurose ricadute nel deja vu. Non sono più ammesse falle nel sistema di difesa della città e occorre che i percorsi che possono portare eventuali facinorosi nel cuore di Roma siano presidiati e bloccati in maniera ermetica. Così che la bellezza e la fragilità dell’Urbe restino inavvicinabili e intatte. Il 14 febbraio, per il Sei Nazioni di rugby, sono arrivati 15.000 tifosi inglesi e non è accaduto niente. A parte un tizio, presumibilmente un tifoso, che si è buttato nudo e ubriaco nella Fontana di Trevi. Ma zero barbarie. Così come si spera che siano ben controllati ed auto-controllati i 7 mila scozzesi che domani, ancora in occasione del Sei Nazioni, sono previsti in arrivo. Il mondo del rugby finora si è rivelato meno violento di quello legato al calcio. Ma a tutti va imposta la stessa regola: Roma non si tocca! 
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