Riccione, Cocoricò chiuso quattro mesi
dopo la morte del 16enne per ecstasy

Riccione, Cocoricò chiuso quattro mesi dopo la morte del 16enne per ecstasy
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Domenica 2 Agosto 2015, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 18:22

Uno stop di 120 giorni, 4 mesi a partire da domani, per il Cocoricò. Lo ha deciso il questore di Rimini Maurizio Improta. Il provvedimento adottato in base all'articolo 100 del Tulps dopo la morte, avvenuta il 19 luglio, di Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello ucciso da un'overdose di ecstasy.

Il provvedimento è stato notificato questa mattina all'alba, proprio mentre il locale si svuotava degli avventori, all'amministratore della società che gestisce la discoteca Cocoricò di Riccione.

Il provvedimento del Questore, partendo dall'ultimo tragico episodio della morte del 16enne, ripercorre dettagliatamente tutti gli interventi delle forze dell'ordine negli ultimi due anni, compresi quelli del 118.

Il sindaco. «Il provvedimento del questore Improta è esemplare così come avevamo auspicato». Lo ha detto il sindaco di Riccione, Renata Tosi, all'ANSA. «È un provvedimento esemplare e importante - ha dichiarato - e, anche alla luce dell'indagine della Guardia di finanza sull'evasione fiscale, si capisce che non tutto era a mia conoscenza e le dimensioni del quadro in cui si sono mosse le forze dell'ordine sono notevoli». «Per quanto mi riguarda - ha aggiunto - il fondamento per un tale provvedimento c'era già con la tragedia che ha coinvolto un ragazzino di 16 anni. Da oggi deve partire un'adeguata riflessione per capire, con la cittadinanza, con le forze politiche e anche con i gestori, come si sia arrivati a questo punto».

IL PREFETTO

«Ciò che è accaduto al Cocoricò, con la morte di un giovanissimo, è qualcosa che non si deve ripetere». Lo dichiara il prefetto di Rimini, Giuseppa Strano. «In generale va aperta una riflessione a cui sono chiamati tutti, le famiglie, le istituzioni, gli educatori, le confessioni religiose - ha detto - perchè si è passato il segno. Tutti siamo stati giovani e forse siamo stati tentati dalla trasgressione, ma ora si è passato il segno. È un problema principalmente di valori». Strano non entra nel merito del provvedimento, che può essere impugnato entro 30 giorni davanti al prefetto ed entro 60 davanti al Tribunale amministrativo regionale, ma ribadisce: «ciò che è accaduto non deve più succedere».

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