Torna il ponte sullo Stretto: primo sì, ma governo diviso. «E sarà solo per i treni»

Torna il ponte sullo Stretto: primo sì, ma governo diviso. «E sarà solo per i treni»
di Giusy Franzese
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Settembre 2015, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 00:03
Per ora l'ok è a una «riconsiderazione del progetto», peraltro limitata alla sola «infrastruttura ferroviaria». Ma è comunque una notizia enorme: la partita “Ponte sullo Stretto” non è finita. Anzi. Ieri l'Aula di Montecitorio ha approvato con 289 sì, 98 contrari e 21 astenuti, una mozione presentata da Area Popolare (Ncd e Udc) che rilancia la possibilità di valutare costi e benefici della costruzione della grande opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria. Il ministro Alfano, che qualche settimana fa aveva annunciato l'intenzione del suo partito di riproporre il progetto, esulta via twitter e parla di «Mezzogiorno che riparte» e «altro successo del Sud». Poi parlando con i giornalisti a Catania rivendica: «Era un qualcosa che si era fermato e noi l'abbiamo rimesso in cammino».



Ma le polemiche divampano. Non solo da parte dei tradizionali oppositori, Sel e Cinquestelle in testa, anche alcuni autorevoli esponenti del Pd (Boccia, Morando) si dissociano schierandosi al fianco di chi da decenni sostiene l'inutilità dell'opera. E persino il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, prende le distanze: «Il Ponte di Messina? In questo momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo cose più urgenti di cui occuparci...» commenta. Per poi aggiungere: «Se una forza politica o il Parlamento ci invitano a valutare se un domani potremo riaprire il progetto, non diciamo di no, non abbiamo pregiudizi, la valutazione si fa sempre».



IL COLPO DI SCENA

Con le decisioni del governo Monti prima, e di quello Letta poi (un decreto del 2013 ha messo in liquidazione la società Ponte sullo Stretto di Messina), sembrava ormai che la lunga partita del Ponte virtuale più famoso d'Italia, fosse definitivamente chiusa. L'annuncio qualche settimana fa del ministro Alfano non pareva aver avuto molto seguito. Ma ieri, a sorpresa, a Montecitorio il sottosegretario alle infrastrutture Umberto Del Basso De Caro ha dato parere favorevole del governo alla mozione di Ap, che quindi è passata. È stato «semplicemente accolto l'invito fatto al governo a valutare, se vorremo, l'opportunità di riguardare i costi, i benefici di quel progetto» ha spiegato Delrio. Una lettura minimalista che Ncd non condivide. «È tempo che si torni a parlare del Ponte sullo Stretto, con un approccio nuovo e costruttivo, senza demonizzazioni inutili e dannose» spiega Vincenzo Garofalo (Ap), vicepresidente della commissione Trasporti della Camera.



LE POLEMICHE

Spiazzati, gli oppositori attaccano. Quelli di Sel sono un fiume in piena. «Non ci posso credere, dalle parti Palazzo Chigi vogliono continuare a gingillarsi con il ponte sullo Stretto. Un'opera inutile, dannosa, delirante...» twitta Nichi Vendola. Arturo Scotto, che di Sel è capogruppo alla Camera, parla di «colpo di scena degno di un thriller» e accusa Renzi di aver «cambiato idea per tenersi buono l'alleato Ncd». Stessi toni tra i Cinquestelle che additano «l'opera faraonica» come «inutile e dispendiosa». Di «spreco di soldi pubblici» parla anche il presidente della commissione Bilancio alla Camera, il dem Francesco Boccia. Va giù duro il deputato, nonché presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, che - anche lui via twitter - chiosa: «Solo nei film fantasy si resuscitano i dinosauri». Al Wwf preferiscono evocare gli “zombie”, ma la sostanza è la stessa.



L'idea di collegare con un ponte sullo Stretto la Calabria e la Sicilia ha origini antiche, se ne parlava già a fine Ottocento. Negli anni '50 fu presentato anche un primo plastico. È sul finire degli anni '60 che anche il governo inizia a prendere in seria considerazione l'idea, tanto da lanciare un concorso internazionale per i progetti. Vinsero sei idee ex- equo, tra queste c'era anche quella di un tunnel sottomarino. Tra studi, progetti, archistar, ingegneri, ambientalisti contrari, economisti divisi, allarmi di infiltrazioni mafiose, rapporti della Corte dei Conti, esclusioni dai finanziamenti Ue, stop and go dei vari governi, penali da pagare alle aziende aggiudicatarie del contratto, la storia del Ponte è andata avanti per decenni. Qualche anno fa sembrava finita. Ma c'è già chi sta scrivendo un nuovo capitolo.