Chi sono le vittime della strage di Suviana, il neosposo Vincenzo Franchina, il pensionato Mario Pisani e l'immigrato Pavel

I tecnici erano dipendenti di società con sedi in Liguria, Veneto e Lombardia. La speranza è che alcuni dei dispersi si siano rifugiati nei locali a tenuta stagna

Il team era lì da un mese: «Il lavoro è quasi finito, tra poco saremo a casa»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 20:03

Vite spezzate, lavoratori, di ogni età. Un neo sposo, un pensionato, un immigrato. Ci sono tecnici e operai di mezza Italia nella lunga lista del dolore, dei 15 coinvolti in uno dei più gravi incidenti sul lavoro degli ultimi anni. Persone che si spostavano per lavorare, si fermavano magari una settimana o molti mesi, in un piccolo hotel di collina o in un b&b, mettendo a disposizione la loro professionalità per gli importanti lavori di manutenzione della grande centrale elettrica di Enel Green Power, sulle colline tosco-emiliane. Le ditte impegnate al momento dell’incidente erano del Veneto, della Lombardia e della Liguria, ma c’erano anche diverse professionalità di Enel Green Power, dell’Emilia-Romagna.

LE GENERAZIONI

Le tre vittime sono Pavel Petronel Tanase, 45 anni, nato in Romania, di Settimo Torinese, Mario Pisani, 74 anni, ex ingegnere Enel Green Power che operava come consulente, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina).

Quest’ultimo si era sposato a maggio del 2023. Per i quattro dispersi, che si trovano ancora sott’acqua dove è difficile arrivare a causa di un crollo strutturale, le speranze sono minime. Avevano 69, 57, 59 e 37 anni, uno era di Pontedera. Si spera, dicono i vigili del fuoco, che possano essersi rifugiati in qualche locale a tenuta stagna. Infine, i feriti: 25, 36, 42, 55, 59 e 66 anni. Tra loro uno è della provincia di Venezia ed è ricoverato a Pisa. L’operaio di 25 anni è della zona di Camugnano, la cittadina in provincia di Bologna, in cui sorge la centrale: ha ustioni di terzo grado, in condizioni molto gravi. «Qui lo conosciamo tutti, speriamo bene» racconta il sindaco del Paese, Marco Masinara. Sono le storie di chi è morto o ha rischiato la vita mentre lavorava.

Nella stanza dell’Hotel Dolores, a Carpineto, frazione di Camugnano, ci sono i suoi abiti, il suo trolley, il caricabatteria. Nessuno ha toccato nulla, sperano ancora che quel 37enne educato e gentile arrivato dalla Lombardia, tecnico di una ditta ad alta specializzazione di Milano, per lavorare alle operazioni di manutenzione della centrale elettrica, possa tornare. Per ora i messaggi su Whatsapp non risultano consegnati: succede quando il cellulare è spento o non ha segnale. Era tornato da pochi giorni. Aveva raccontato in albergo: «Dopo un anno e mezzo, questa settimana dovremmo finire. In queste ore faremo il collaudo delle turbine e poi tornerò a casa». Ormai lui, come altri che in questi mesi si erano alternati ai lavori di ristrutturazione della più potente centrale elettrica dell’Emilia-Romagna, erano diventati di famiglia. Racconta Giancarlo dell’Hotel Dolores: «Trascorrevano qui settimane, ma anche qualche giorno, alla fine nasce un’amicizia. Per questo siamo molto preoccupati, non abbiamo avuto notizie di lui. Dopo che abbiamo saputo del terribile incidente, dell’esplosione, abbiamo provato a cercarlo, tutto inutile. Anche un altro dipendente di quella ditta, che in passato era stato qui in missione, ci sta chiedendo se abbiamo notizie del collega. Speriamo bene, dai».
Tra Porretta Terme e Castiglione dei Piepoli, non lontano da Pavana paese di origine di Francesco Guccini, si è sviluppata una doppia economia: quella del turismo, perché d’estate hotel e b&b fanno il tutto esaurito, e quella delle società specializzate che per conto di Enel Green Power (o con dipendenti della società stessa) alloggiano negli alberghi e vanno a pranzo e cena nei ristoranti. I lavori di manutenzione della centrale elettrica di Bargi, sul lago di Suviana, vanno avanti da molto tempo e dunque ciclicamente tecnici e operai mandati in missione diventano parte del tessuto economico e sociale locale. Ieri a Camugnano, Castiglione e Porretta si inseguivano le speculazioni su chi fossero i morti, chi i dispersi, chi i feriti e chi i sopravvissuti.

L’ALLARME

Alcuni degli ustionati a causa dell’esplosione che si è sviluppata dall’alternatore sono stati portati in tre ospedali dell’Emilia-Romagna: a Parma, al Sant’Orsola di Bologna, due a Cesena. Un altro a Pisa, in Toscana, mentre un paio di feriti più lievi sono stati medicati nel piccolo ospedale di Porretta Terme. In particolare a Parma un tecnico di 55 anni è in rianimazione, in prognosi riservata. «I feriti sono in condizioni gravi ma hanno ricevuto soccorsi immediati» dice il sindaco di Bologna Matteo Lepore che è anche sindaco della città metropolitana e che è andato a Bargi. Ora la riflessione va anche alla sicurezza del cantiere e agli appalti esterni. In pochi mesi - tra il cantiere del supermercato di Firenze e la centrale elettrica in provincia di Bologna - in due regioni solitamente molto attente alla sicurezza sul lavoro come Toscana e Emilia-Romagna ci sono stati due gravissimi incidenti. Dice Massimo Bussandri, leader regionale della Cgil: «Per l’Emilia-Romagna è l’incidente più grave dai tempi della Mecnavi nel porto di Ravenna, negli anni ‘80. Purtroppo anche nel nostro territorio stiamo vedendo un aumento degli infortuni sul lavoro e una riflessione andrà fatta. Poi, prima di pronunciarsi sul dettaglio di quanto avvenuto, bisogna aspettare l’esito degli approfondimenti e delle indagini».

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