Simula l'impiccagione per i like su Facebook, 13enne esce dal coma

Simula l'impiccagione per i like su Facebook, 13enne va in coma
di Rosa Palomba
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Martedì 28 Febbraio 2017, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 23:42

Inviato a Giugliano

Adesso i sorrisi si aprono immensi. Nella sala d’attesa della Rianimazione occhi rossi e lucidi. La buona notizia “vola” tra la gente. Sono lacrime di gioia ma la paura ancora scotta. Due giorni dopo lo scherzo finito male, il bambino napoletano è stato fatto uscire dal coma farmacologico in cui era stato indotto. Ha riconosciuto i suoi parenti, ha abbracciato il suo papà e vuole la mamma accanto a sé. Con la cuffia verde ai capelli e la mascherina sterile alla bocca, la donna tiene stretta la mano di suo figlio che sabato sera ha rischiato di morire ad appena 13 anni di età. Morire per un “like”. 

L’adolescente che chiameremo Andrea, voleva infatti pubblicare su Facebook la foto della sua morte. Stupire, attrarre l’attenzione e ottenere tanti “mi piace” e “commenti”. 

Doveva essere una burla. Un suicidio per finta in pieno Carnevale. E proprio per festeggiare la ricorrenza, la famiglia che vive a Napoli nel quartiere Santa Lucia, aveva organizzato una cena a Mugnano, nella provincia nord del capoluogo, a casa di una zia. Qualcuno tra gli invitati era già arrivato. Andrea aspettava che rientrassero dal lavoro anche i suoi genitori e come tante altre volte era stato affidato alla zia, in compagnia di un cugino di nove anni. Nell’attesa, i due hanno deciso di “postare” qualcosa di dirompente. La morte in diretta. Hanno preso la cintura di un accappatoio, l’hanno legata alla maniglia di una porta, poi Andrea l’ha stretta intorno al proprio collo e si è lasciato scivolare sul pavimento. Pochi istanti ed è svenuto, colorito cianotico, occhi sbarrati. Lo sciagurato scherzo ha subito preso le sembianze di una tragedia.

È stato bravo il cuginetto che ha rapidamente capito che il gioco era finito e ha chiamato la mamma. La zia di Andrea disperata ma lucida, ha tolto il laccio, ha praticato la respirazione artificiale al nipotino e ha chiamato il 118. Nel vicino ospedale di Giugliano i medici hanno strappato il piccolo al peggio. Da ieri pomeriggio Andrea è fuori dal coma. Ancora impegnativi i referti medici. Al momento sembra che non ci siano danni cerebrali, ma bisogna essere prudenti e attendere che sia il tempo a confermare la diagnosi. 

«È accaduto tutto in un attimo - dice la zia di Andrea - i bambini erano nella cameretta e fino a qualche minuto prima c’ero anch’io con loro. Poi sono andata in cucina ed è stato l’inferno. Non so dove ho trovato la forza e il coraggio di intervenire». La donna ripercorre quei momenti, poi il suo sguardo cade nel vuoto. 

Dalla Rianimazione il padre del bambino raggiunge i parenti. È contento e intontito: «Sta bene. Si è svegliato, ci riconosce e parla normalmente - dice l’uomo che gestisce un centro scommesse - È un bambino come tanti. Va regolarmente a scuola, è iscritto al calcetto e si allena due volte alla settimana. Nessun problema. Voleva fare un maledetto scherzo ai suoi compagni. Non è uno di quegli adolescenti che passano le giornate al computer, preferisce la play station. Sabato sera non so cosa gli sia passato per la mente». 

Squillano i cellulari. I compagni del calcetto vorrebbero venire in ospedale, ma naturalmente le visite al momento sono tassativamente vietate. 

E sono chiuse anche le abitazioni dei parenti di Andrea. Un parco alla periferia di Mugnano, dove vivono molti familiari del piccolo. «Sì abbiamo saputo - dice qualche commerciante della zona - sabato è venuta l’ambulanza. Abbiamo temuto il peggio». 

«Sono i social, tutta colpa dei social - interviene il custode di uno dei parchi della zona - la gente sta impazzendo.

Adulti e bambini». 

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