Migranti, sgombero a Ventimiglia: due fermati. Sale la tensione al confine Italia-Francia

Migranti, sgombero a Ventimiglia: due fermati. Sale la tensione al confine Italia-Francia
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Martedì 16 Giugno 2015, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 14:42

È in corso lo sgombero dei profughi che da giorni sono ammassati al confine con la Francia di Ponte san Ludovico, lungo l'Aurelia.

L'operazione, condotta da carabinieri e polizia, è cominciata poco prima delle otto: ci sono stati momenti di tensione quando all'inizio pochi migranti hanno opposto resistenza passiva.

Due di loro, sprovvisti di documenti che avrebbero colpito con calci gli agenti di polizia, sono stati fermati con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Ora la situazione sembra essere tornata alla tranquillità.

Nelle operazioni di sgombero sono rimasti contusi due poliziotti. In mattinata le forze dell'ordine hanno sgomberato la zona di ponte San Ludovico trasportando una cinquantina di persone nella stazione ferroviaria dove sono stati allestiti servizi di prima accoglienza. Parte dei migranti è salita sull'automezzo della Croce Rossa senza ribellarsi, altri hanno opposto resistenza passiva e sono stati caricati sul mezzo dalle forze dell'ordine. «I due contusi - dichiara all'Adnkronos Giacomo Gragnano, segretario provinciale di Genova del sindacato di polizia Sap - sono il segnale di una situazione che preoccupa. Noi riceviamo ordini e li eseguiamo, ci hanno detto di portare via queste persone e lo abbiamo fatto. Non c'è stata violenza né da una parte né dall'altra ma è chiaro che in queste situazioni qualcuno può farsi male. Questa volta è toccato a due dei nostri, e noi ci siamo abituati. Non è giusto ma le cosevanno così. Ma se si facesse male una di queste persone sarebbe uno scandalo, in una vicenda che è al centro dell'attenzione, non solo nazionale».

Mons. Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, ha affermato al Mattino: «Mi pare che molte delle questioni aperte dalla cronaca di questi mesi dipendano dagli effetti di un grande errore, quello del Patto di Dublino. Bisogna superarlo. Non è possibile che si blocchi la circolazione dei profughi considerando come stazione terminale e definitiva quella dell'approdo. È evidente che, grazie a questo accordo, gli Stati facciano scattare i blocchi a ogni minimo tentativo di ingresso sia pure per il solo attraversamento verso altre mete».

«Il blocco e l'abolizione del trattato di Schengen - avverte mons. Perego - sarebbe una penalizzazione soprattutto per chi ha diritto a una protezione internazionale, oltre che creare numerosi disagi nelle città di passaggio, come attualmente sta avvenendo in Italia, a esempio nelle stazioni ferroviarie di Milano e Roma. Forse - aggiunge - è arrivato il momento di pensare anche a un accompagnamento dei migranti dai porti di sbarco fino alle diverse città europee dove sono diretti».

«L'Italia è stata capace di dare un segno forte, raccolto dalle altre nazioni europee - prosegue il direttore di Migrantes -, con il programma "Mare Nostrum" e il salvataggio in mare dei profughi, ma non è stata altrettanto efficace nel proporre uno schema di accoglienza credibile», «si sarebbe dovuto organizzare un piano di accoglienza più diffusa, magari in piccole realtà, con il coinvolgimento delle famiglie. I centri allestiti non sono apparsi una risposta convincente. E l'Europa se ne è accorta. Proprio la scarsa credibilità del sistema di prima accoglienza è alla base delle decisioni di blocco da parte di Paesi come la Francia e la Svizzera».

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