Prima che l'udienza venisse aggiornata, sono state depositate ulteriori richieste di costituzione di parte civile, tra cui quelle di altri proprietari di immobili del quartiere Tamburi di Taranto, che sarebbero stati danneggiati dall'inquinamento proveniente dall'Ilva, e della Asl di Taranto. In aula, tra il pubblico, c'era anche Amedeo Zaccaria, padre di Francesco, l'operaio morto il 28 novembre 2012 cadendo da una gru all'interno della cabina che stava manovrando da un'altezza di 60 metri al passaggio di un tornado.
L'incidente mortale di Zaccaria, e quello di un altro operaio, Claudio Marsella (schiacciato da un locomotore il 30 ottobre 2012), sono tra gli episodi contestati ad alcuni imputati del maxiprocesso accusati di omicidio colposo. All'esterno del Palazzo di giustizia, durante lo svolgimento dell'udienza, si è svolto un sit-in organizzato dal sindacato Slai Cobas.
A margine della prima udienza del maxiprocesso Ilva, il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, rispondendo ai giornalisti che gli ricordavano l'accusa rivolta da alcuni alla Procura, nel corso dell'inchiesta, di aver contribuito alla situazione di difficoltà in cui versa lo stabilimento siderurgico, ha detto: «La lotta all'inquinamento non è competenza del magistrato penale, sono altri gli organi che devono fare la lotta.
I magistrati penali devono fare la lotta ai reati, li devono perseguire e devono chiedere una risposta di giustizia. I risultati della lotta all'inquinamento non competono al magistrato, non è compito del magistrato pulire l'acqua, pulire il suolo da eventuali fattori inquinanti».
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