Google, violata privacy delle app per i bambini. E la sicurezza è solo reclame

Google, violata privacy delle app per i bambini. E la sicurezza è solo reclame
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Martedì 17 Aprile 2018, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 23:37

Da Pu a SuperMario, da Clash Royal a Akinator. Sono queste alcune delle più note e divertenti che si trovano sotto l'iconcina di Google play in qualsiasi smartphone con il sistema Android. Noia o curiosità, magari un clic per navigare un po' è frequente. Molto frequente e amato se si tratta di minori, che, anche loro, proprio come noi adulti, anzi un po' più di noi adulti,  usano giocare sempre di più in iperconnessione con i device elettronici. Peccato che, proprio come accade con i social media la privacy sia violata.

Dopo  lo scandalo che ha coinvolto Facebook - proprio ieri è arrivato il via libera negli Stati Uniti ad una class action nei suoi confronti per il sistema di riconoscimento facciale - e il caso Youtube, a finire sotto la lente, infatti, è stato proprio  Google, dopo che una ricerca ha rivelato che migliaia di app molto amate dai bambini violano le leggi sulla protezione dei dati personali, di fatto riservando loro lo stesso "trattamento"  di quelli degli adulti senza però il consenso dei genitori.

 La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings on Privacy Enhancing Technologies dall'università della California a Berkeley, è stata condotta su quasi 6.000 app, tutte scaricate almeno 750.000 volte, e i risultati "trasferiscono"  alle app le stesse preoccupazioni che sono già emerse per i giocattoli "smart'" quelli connessi al web. La maggior parte dei programmi esaminati, spiegano gli autori citati dal Washington Post, raccolgono dati personali di bambini con meno di 13 anni senza il consenso dei genitori. Circa mille tra quelle analizzate, che comprendono anche titoli di giganti come Disney o Gameloft, utilizzano dei software di tracciamento per raccogliere informazioni esplicitamente vietati per i bambini. Quasi metà delle app inoltre non usa protocolli sicuri per la trasmissione dei dati. I risultati della ricerca sono stati accolti per ora con fair play dall'azienda. «Prendiamo in seria considerazione lo studio, di cui stiamo esaminando i risultati - ha commentato un portavoce - Proteggere i bambini e le famiglie è una priorità assoluta e il nostro programma Designed for Families richiede che gli sviluppatori rispettino requisiti specifici che vanno ben oltre le norme standard di Google Play. Se un' app risulterà violare le nostre policy, prenderemo provvedimenti».

Peccato che in tema sicurezza, per Google sia stata davvero una giornata nera. Trentacinque app su Google Play si spacciavano per applicazioni sulla sicurezza ma in realtà avevano l'unico scopo di mostrare annunci indesiderati e avvisi fasulli. A smascherarle, e farle rimuovere dallo store, sono stati i ricercatori di ESET, il più grande produttore di software per la sicurezza digitale dell'Unione Europea.
«Oltre a infastidire le vittime con pubblicità, il proporre questi programmi come software di sicurezza ha anche alcuni gravi effetti collaterali negativi - precisano gli esperti -  a partire dal creare un falso senso di sicurezza negli esperti che li espone poi al rischio di scaricare programmi dannosi che non possono essere rilevati come tali».
 

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