Jacques Cousteau, la mitica nave Calypso sarà restaurata in Italia

La neve Calypso verso una nuova vita (ph Getty)
di Luisa Mosello
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Sabato 5 Marzo 2016, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 15:06

Ha fatto per 35 volte il giro del mondo esplorando in lungo e in largo le profondità e le meraviglie degli oceani. Più che una nave Calypso è un concentrato di scoperte dal fascino che oltrepassa ogni orizzonte visibile. Un’imbarcazione passata gloriosamente alla storia per essere il laboratorio oceanografico sul campo, ovvero in acqua, del mitico comandante francese Jacques-Yves Cousteau. Ma diventata con il passar del tempo una carcassa di 43 metri abbandonata nei cantieri navali Piriou a Concarneau inBretagna. Ora il suo orizzonte di rinascita è quello italiano. Sì perché per tornare a risplendere come era vent’anni fa occorre un restyling bello e buono programmato proprio nel nostro Paese a Genova dove la nave verrà trasportata dalla Francia, imbarcata su un grosso cargo, e quindi rimessa in mare appena il lifting verrà completato. Data stimata: l’inizio del 2018.
 


  
«La Calypso, l’ho sempre detto, è la Tour Eiffel dell’ambiente, simbolo mondiale per l’esplorazione degli oceani» ha commentato Francine Cousteau, vedova del celebre oceanografo scomparso nel 1997 che ha incantato il mondo con i suoi racconti a pelo d’acqua. La nave secondo Patrice Quesnel, coordinatore del programma di riabilitazione “verrà rimessa completamente a nuovo con l’ambizione di diventare un ambasciatore ecologico nel mondo». E così potrà continuare a far sognare migliaia di appassionati di onde e fondali che hanno sempre seguito le vicende di questo ex dragamine dell’Oregon così carico di suggestioni scientifiche e non solo. Acquistato nel 1950 dal milionario irlandese Thomas Loel Guinness, discendente dei fondatori dell’omonima birra, venne affittato a Cousteau, che era presidente delle Campagne Oceanografiche Francesi, per la cifra simbolica di un franco all’anno.

Il nome fu un omaggio alla ninfa dell’Odissea. Il comandante lo equipaggiò da cima a fondo per la ricerca oceanografica con una camera di osservazione subacquea sotto la prua, un mini sommergibile e tutta l’attrezzatura utile a documentare le meraviglie nascoste del pianeta. I suoi racconti gli valsero  la Palma d’Oro al Festival di Cannes e il premio Oscar nella categoria documentari. Poi nel gennaio 1996 la nave affondò, dopo essere stata speronata da una chiatta a Singapore.
Trasportata nel porto di Marsiglia quindi in Bretagna dove i lavori di restauri si erano arenati  sette anni fa, ora attende il nuovo varo. Tutto italiano.

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