Trenta, archiviata l'inchiesta sulla casa a San Giovanni

Trenta, archiviata l'inchiesta sulla casa a San Giovanni
di Valentina Errante
2 Minuti di Lettura
Sabato 11 Gennaio 2020, 11:28
Nessun reato militare nell'assegnazione della casa dell'ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Lo ha deciso, dopo gli accertamenti, il procuratore militare Antonio Sabino, che a novembre aveva aperto un fascicolo per verificare eventuali irregolarità. L'appartamento, a due passi dalla Basilica di San Giovanni, era stato assegnato alla Trenta durante il suo incarico ed era passato al marito, Claudio Passarelli, promosso maggiore dell'Esercito quando il primo governo Conte era caduto.

Elisabetta Trenta scivola sull'affitto: pagava solo 141 euro, più 173 per i mobili
Elisabetta Trenta rinuncia alla casa di servizio: ho sentito Di Maio, ha capito le mie ragioni
Trenta, quando la casa è fatale: cade anche l'ultimo tabù anti-casta del grillismo

La Trenta, dopo pesantissime polemiche, ha lasciato la casa lo scorso 9 gennaio. Lo stesso ministero aveva ricostruito i passaggi, formalmente corretti: il 5 settembre 2018, la Trenta decade e lo stesso giorno, il marito assume l'incarico di aiutante di campo del segretario generale della Difesa. Sempre il 5 settembre, l'ex ministra viene invitata a lasciare la casa entro il 3 dicembre. Il 18 settembre invece Passarelli presenta la domanda per l'alloggio, è residente nella casa precedentemente assegnata alla moglie: canone 141,76 euro oltre al prezzo per l'uso dei mobili (173,19 euro). E il 2 ottobre Passarelli lo ottiene.

La normativa prevede che ai militari non possano essere concessi se siano proprietari di un alloggio nella circoscrizione in cui prestano servizio, «fatta eccezione per i titolari di incarichi compresi nella prima fascia». Come quello ricoperto da Passarelli dal 5 settembre.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA