Tav, per sbloccare lo stallo nuovo voto in Parlamento

Tav, per sbloccare lo stallo nuovo voto in Parlamento
di Marco Conti
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Martedì 5 Marzo 2019, 07:46
ROMA Un voto del Parlamento per bloccare la Torino-Lione cancellando l'intesa con Parigi. Perdere, e salvare Tav e faccia. La soluzione che il M5S studia per aiutare il premier Giuseppe Conte a trovare una soluzione, è pensata per uscire dalle secche, archiviare la disputa, salvando il governo le cui sorti nè Salvini nè Di Maio legano al destino della Tav.

LA SLITTA
Not in my name, continua a sostenere Luigi Di Maio che si presenta al vertice di oggi a palazzo Chigi convinto di «dire no fino alla fine» alla Torino-Lione così come consigliato anche ieri da Davide Casaleggio e nei giorni scorsi da Beppe Grillo. Posizione ferma, quella del vicepremier grillino, che però mette in conto l'opposta valutazione del collega leghista il quale è pressato dai governatori dalle regioni del Nord e da un elettorato che è sceso anche in piazza per difendere la Tav. Alla fine la Torino-Lione verrà quindi salvata da un voto trasversale visto che, schierati per l'opera - oltre alla Lega - ci sono tutte le opposizioni, dal Pd a FdI passando per FI.

Una soluzione, quella di cui si discuteva ieri a palazzo Chigi, che secondo qualcuno avrebbe il merito di non certificare sconfitti e vincitori, ma di rimettere la scelta finale al Parlamento dove il M5S chiederà si metta ai voti un ddl attraverso il quale cancellare la legge obiettivo e archiviare l'opera. Un iter dal tratto identitario destinato però ad infrangersi rapidamente in Parlamento.

Il presidente del Consiglio ha trascorso buona parte del weekend scorso a studiare progetti, tracciati e contratti. Uscire dagli accordi presi con Parigi e Bruxelles non è facile, sarebbe costoso, ma soprattutto necessita di un passaggio legislativo. Tra l'andare avanti o fermare tutto ci sono anche i costi di ripristino dei tunnel già scavati e dei cantieri già aperti, ma ciò che oggi Conte proporrà ai due vice e al ministro Toninelli altro non è che una soluzione politica che permetterebbe ad ognuno di mantenere la posizione e a Conte di essere poi il notaio di ciò che deciderà il Parlamento. E' comunque probabile che anche il vertice di questa mattina non sia risolutorio. La Tav è in cima all'agenda sia per la scadenza di lunedì prossimo - giorno ultimo per l'avvio dei bandi - sia per la voglia di Lega e Cinquestelle di archiviare un tormentone sul quale Pd e FI vanno a nozze. «Un altro vertice? Ma sì, decidete con calma». «Basta rinvii! Ci aspettiamo un sì o un no», incalzano le parlamentari di FI Mara Carfagna e Licia Ronzulli.

Dopo il disastroso summit delle frappe di mercoledì scorso, quello di oggi dovrebbe rappresentare un momento di svolta per una maggioranza di fatto impantanata. Le percentuali del M5S continuano a precipitare. La Lega tiene, ma Salvini ieri in conferenza stampa è apparso molto nervoso per ciò che potrebbe scaricarsi sul Carroccio qualora i dati dell'economia italiana dovessero continuare a peggiorare. Ieri Salvini, presentando alla Camera un ddl anti-spacciatori, ha messo le mani avanti su una possibile manovra correttiva, che non ha escluso, assicurando però che «non ci saranno aumenti dell'Iva, patrimoniali o tasse sulla casa». Anche se ciò è quello che vuole sentir dire l'elettorato leghista, la rassicurazione convince sino ad un certo punto e oltretutto il leader leghista sembra sposare i timori del sottosegretario Giancarlo Giorgetti che dagli Usa evoca una ripresa economica in stile anni Sessanta, mentre oggi i dati dell'Istat sul quarto trimestre 2108 daranno tutt'altra indicazione.

LO SCAMBIO
E' quindi molto probabile che oggi a palazzo Chigi si parlerà anche degli altri temi sui quali la maggioranza continua a dividersi. Legittima difesa e autonomia regionale sono al centro dello scontro. Sul primo argomento le resistenze grilline sono agli sgoccioli anche se nel Movimento c'è chi continua a storcere il naso e chi invece intende sfruttare il tema come merce di scambio. L'Autonomia delle regioni del Nord è invece destinata a segnare il passo - vista l'attenzione del Quirinale e dei presidenti delle Camere - finendo tra gli argomenti del dopo-Europee.
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