Visibilia, Procura chiude indagini sulla Santanchè: ipotesi truffa sulla cassa Covid ai danni dell'Inps

Per la procura la truffa - accusa a carico anche di altre persone - ai danni dell'Inps. Indagato anche il compagno della ministra

Visibilia, Procura chiude indagini sulla Santanchè: ipotesi truffa sulla cassa Covid ai danni dell'Inps
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Venerdì 22 Marzo 2024, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 00:28

Truffa aggravata nei confronti dell'Inps per una presunta gestione irregolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato per la cassa integrazione durante il Covid. È l'ipotesi con la quale la Procura di Milano ha chiuso le indagini sul caso Visibilia a carico della ministra del Turismo Daniela Santanché e di altre persone.

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Daniela Santanchè indagata per truffa aggravata

Come si legge in una nota del Procuratore della Repubblica di Milano, Marcello Viola, nell'indagine sono indagate, oltre alla ministra Santanchè e ad altre persone, anche Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'ipotesi è truffa ai danni dell'Inps in relazione a presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione durante il Covid per 13 dipendenti dal 2020 al 2022 per un totale di oltre 126 mila euro versati dall'ente pubblico. Il fascicolo per truffa aggravata è nato in seguito alla denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations dell'azienda.

La relazione

In una relazione della Gdf depositata tempo fa al pm Marina Gravina e all'aggiunto Laura Pedio era emerso come la mossa di ricorrere alla Cigs sarebbe stata architettata anche da Dimitri Kunz D'Asburgo, il compagno della senatrice di Fdi, e da Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie di Visibilia Group, fondato da Santanchè e dal quale la ministra è uscita due anni fa. Per le Fiamme Gialle dalle conversazioni tra due viene a galla la loro «consapevolezza» dello schema «illecito» adottato.

Indagato anche il compagno della ministra

Sono cinque in totale gli indagati che compaiono nell'avviso di chiusura indagini. Oltre a Santanchè sono indagati, infatti, Dimitri Kunz D'Asburgo, compagno della senatrice di Fdi, Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie di Visibilia Group, e le due società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

Da quanto si è saputo, questo è il primo filone di indagine, con accertamenti condotti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, sul caso Visibilia chiuso dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Marina Gravina, perché resta aperto, allo stato, quello a carico di Santanchè per falso in bilancio per irregolarità nelle gestioni contabile e finanziaria di Visibilia.

Tranche anche questa che sarà chiusa a breve e nella quale la ministra è indagata anche per bancarotta, ma questa accusa dovrebbe essere stralciata per un'eventuale richiesta di archiviazione, perché nessuna delle società del gruppo Visibilia, al momento, è fallita.

Le carte

Federica Bottiglione, ex manager, secondo le indagini della Procura di Milano e come lei stessa ha denunciato, malgrado fosse stata messa in cassa integrazione Covid «a zero ore», continuava a lavorare. E lo stesso schema sarebbe stato replicato anche per altri 12 dipendenti, tra Visibilia Editore e Concessionaria. In 16 pagine, depositate dai pm nella causa civile che ha portato all'amministrazione giudiziaria di Visibilia Editore, la Gdf aveva riassunto la vicenda denunciata da Bottiglione, «inviperita» per essere stata «inconsapevolmente (...) messa in una situazione gravissima». Dalle conversazioni telefoniche del novembre 2021 da lei registrate era emerso non solo come la mossa di ricorrere alla Cigs sarebbe stata architettata per lo meno da Kunz D'Asburgo e Concordia, ma anche come la manager abbia poi temuto di finire in seri guai. Per esempio, perché per i compensi per il lavoro svolto «facciamo figurare ... come gli altri, le note spese figurative, cioè tipo rimborsi chilometrici», le aveva spiegato Concordia.

«Ma se non mi sono mossa, che c'è il Covid», replicava lei. Così sarebbero stati effettuati «bonifici bancari a favore di Bottiglione, aventi causali relative al rimborso di spese mai sostenute dalla collaboratrice, finalizzati a compensare la retribuzione netta mensile che la società si era impegnata ad erogare, rispetto alla percezione della cassa integrazione a zero ore». Inoltre, la manager chiedeva a Kunz e Concordia che la sua posizione venisse «sanata», cosa che non avrebbero fatto, perché ciò avrebbe comportato restituire i soldi all'Inps e quindi «sarebbe come ammettere - le diceva Kunz - non lo puoi fare, sennò metti nei casini tutti».

La risposta di Daniela Santanchè

«Continuo ad avere fiducia nella giustizia e confido che la vicenda possa concludersi per me positivamente già con l'archiviazione da parte del pm o, se ciò non si verificasse, con il giudizio del gup che nell'udienza preliminare decide sulle ragioni dell'accusa e della difesa». Lo dice la ministra del turismo Daniela Santanchè, annunciando che lunedì i suoi avvocati «chiederanno copia degli atti per poter valutare una memoria difensiva e l'eventuale mia richiesta di essere sentita». «Per la nostra Costituzione fino all'esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole», aggiunge. «Per la nostra Costituzione fino all'esito definitivo dei tre gradi di giudizio nessuno può essere considerato colpevole. Tuttavia, in sede politica, dopo la decisione del gup, per rispetto del Governo e del mio partito, farò una seria e cosciente valutazione di questa vicenda che è comunque antecedente alla mia nomina a ministro». Lo sottolinea la ministra del Turismo, Daniela Santanché. «Sono peraltro convinta che anche questa volta il giudizio dei giudici andrà contro il desiderio dei miei avversari politici», aggiunge.

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