Twitto quindi sono. Se ci si fermasse alle frasi lapidarie che consente Twitter sono molti, moltissimi gli episodi in cui è evidente la contiguità e il supporto reciproco tra la Lega di Matteo Salvini e Russia Unita di Putin (il partito che ha raccolto il 90% dei seggi nella Duma sei mesi fa). I due partiti firmarono anche un patto, un accordo di cooperazione esattamente 5 anni fa: il 6 marzo 2017.
Matteo Salvini volò a Mosca per siglare l'accordo con Sergei Zheleznyak, vicesegretario generale del Consiglio per le relazioni internazionali di Russia Unita. Il patto fu celebrato dal segretario della Lega che ne sottolineò i punti strategici: coincidevano con i cavalli di battaglia del Carroccio, dalla lotta all'immigrazione clandestina alla fine delle sanzioni contro la Russia. Era il 2017: in Ucraina c'era Petro Porošenko che in quell'anno firma l'Accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea e la Crimea è occupata dai russi già da tre anni.
Storico accordo questa mattina a Mosca fra Lega e Russia Unita di Putin, rappresentato dal responsabile esteri, Sergey Zheleznyak. pic.twitter.com/VtBRKyiuNQ
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 6, 2017
C'è una stima dichiarata nei confronti dell'autocrate russo.
#Salvini: Da anni sostengo che le sanzioni contro la Russia fossero una follia. Putin è meglio averlo come amico che come nemico. Se ne sono accorti? Meglio tardi che mai.
📻 @Radio24_news— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 7, 2020
Negli anni, anche molto prima dell'accordo che Salvini definisce «storico» con il partito dello zar, si cementa l'ammirazione verso la leadership di Putin. Una folgorazione che parte da lontano e che all'inizio viene sussurrata. Perché la Lega era consapevole di spostare l'asse atlantico emettendo certe dichiarazioni. L'operazione "Russia friendly" perciò si fa strada «piano». Qui siamo nel 2013.
Gli AMERICANI spiavano tutti. I loro SERVI EUROPEI oggi si indignano.
Posso dire, piano, che trovo sempre più simpatici PUTIN e la RUSSIA?— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 25, 2013
Il 18 ottobre 2014 (l'occupazione della Crimea è recentissima), sempre su Twitter, il segretario confessa di essere risucito ad avere un colloquio con Putin, anche se solo di 20 minuti. L'importanza di quell'udienza, anche se breve, è evidente per chi contende la leadership del centrodestra. Ecco perché va comunicata: per costruire l'immagine di un'amicizia solida, un po' come quella che ha legato Silvio Berlusconi e Vladimir Putin.
Prima gli italiani, recita uno degli slogan più importanti della Lega che non poteva non rimanere affascinata dal nazionalismo russo, dall'ideologia identitaria che tutto tiene e che si intesta la custodia dei valori europei: dal cristianesimo alla lotta contro il terrorismo. Tutte suggestioni potenti che si trasformano in rosari branditi dai palchi e ritornelli assillanti contro lo sbarco di migranti, visti tutti come potenziali terroristi. È una fascinazione che contamina tutta l'Europa. Putin magnetizza anche il Fronte nazionale di Le Pen e l'ungherese Jobbik. Un nazionalismo 2.0 fatto di campagne virali sui social e di sentimenti imperialisti che nuotano benissimo nelle bolle emotive di internet (il cartone animato realizzato per gli studenti russi che spiega la guerra in Ucraina è un esempio). «Sono io il primo nazionalista in Russia», ha detto Vladimir Putin il 18 ottobre 2018 al meeting annuale del Valdai Club. Ecco perché i nazionalisti nostrani, quelli tradizionali e quelli nuovi, hanno trovato in lui un punto di riferimento, un interlocutore più attendibile dell'Europa.
Europarlamento attacca #Russia e Ungheria anziché pensare a problemi reali. Fra Renzi e Putin, scelgo PUTIN. #Salvini pic.twitter.com/ijqTOmg7AC
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 21, 2014
Ed ecco perché quel nazionalismo russo è imperialismo agli occhi della Polonia e del sindaco Wojciech Bakun, nazionalista anche lui, che ieri però non ha accolto Salvini.
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