Salvini: «Chiederò per la Lega il ministero per la famiglia e la natalità». E rilancia: riporterò il partito al 30%

Il leader della Lega ospite a Saranno dove ha incontrato dirigenti e militanti

Salvini: «Facile lasciare dopo il ko del voto, ripoterò la Lega al 30%». E il partito chiede un ministero per la Famiglia e la natalità
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Matteo Salvini poi chiede un ministero per la famiglia e la natalità. Lo ha annunciato il segretario della Lega in un incontro con i militanti varesini a Saronno, come conferma all'Ansa il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo: «Con questo governo si spera di concretizzare i progetti che in Parlamento abbiamo più volte sostenuto, cercando di seguire l'esempio delle politiche del Trentino Alto Adige, la Regione che ha l'indice di natalità più alto». La Lega «gradirebbe molto» ricoprire il ministero per Affari regionali, autonomia e riforme e, assicura Romeo, «sarà garanzia di stabilità per il governo e per il Paese». Per quanto «mi riguarda chiederò per la Lega alcuni ministeri come quello per la famiglia e la natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli, senza tanti problemi», conferma il leader della Lega.

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Resta sugli scudi intanto, il confronto tra Matteo Salvini e il territorio del nord, dopo i mal di pancia dei vecchi leghisti, a partire dalla mossa del Comitato Nord messo in piedi da Umberto Bossi. Ieri sera il leader della Lega, ospite a Saronno, nel Varesotto, per una iniziativa del partito ha incontrato dirigenti, amministratori locali e militanti. Nessuno si nasconde - a quanto filtra dal confronto a porte chiuse - che il risultato elettorale della Lega è stato deludente, ma nessuno punta il dito contro il segretario.

Anzi. Così, a quanto apprende AdnKronos, lo stesso Salvini ha buon gioco a rivendicare il lavoro fatto, chiarendo che non ci sono ipotesi di passi di lato nel partito: «Troppo comodo - avrebbe detto - fare come fanno altri, c'è chi lascia la segreteria dopo la sconfitta elettorale», è il ragionamento con implicito riferimento a Letta e al partito democratico. «Io - avverte - me ne andrò solamente quando riporterò la Lega al 30%».

 

Ad ascoltarlo anche Attilio Fontana (cui Salvini ha confermato essere il candidato per la Regione) e Giancarlo Giorgetti. Con il ministro per lo sviluppo economico che avrebbe ripercorso le tappe dell'impegno leghista al governo, spiegando che in ogni caso è stato meglio starci al governo per fare le cose possibili. Al tavolo e in platea, con i militanti anche il senatore Stefano Candiani e altri dirigenti. Poi il tempo di un battuta da parte di Francesco Speroni, leghista della prima ora e già ministro per le Riforme nel primo governo Berlusconi. «Che dobbiamo fare con il Comitato di Bossi? Posso firmare anche io?» è la domanda rivolta a Salvini. «Dove c'è la firma di Bossi, subito sotto c'è la mia», sarebbe stata la risposta del segretario.

«Non ci sono veti di alcun tipo su Matteo Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione»: è quanto riferiscono fonti della Lega.

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