Effetto-trattori sulle elezioni europee. La protesta ha invaso il continente partendo dalla Francia per poi raggiungere Germania, Polonia, Olanda, Italia. Posti di blocco e città paralizzate ovunque. E col dissenso degli agricoltori che dilaga in tutta Europa aumenta inevitabilmente anche il peso del loro voto quando si tratterà di rinnovare il parlamento europeo. Occasione buona per la politica rispetto a un fenomeno che s’è gonfiato in breve tempo e che vede almeno in Italia più di due elettori su tre favorevoli alla protesta.
Il bacino d’utenza rappresentato dagli agricoltori è infatti considerato molto buono anche dai sondaggisti, soprattutto perché si tratta di elezioni europee in cui mediamente vota il 10% in meno degli aventi diritto. Avere una battaglia da intestarsi è visto quindi come valido presupposto per portare le persone alle urne, vedere voti e aumentare il consenso. Si procede quindi su un doppio binario: da una parte ci sono gli agricoltori che incalzano la politica sfruttando l’appuntamento elettorale e dall’altro c’è la politica che vede un’occasione propizia per cavalcare la protesta. Spiega il sondaggista Giovanni Diamanti: «Non ci sono ancora dati specifici su quanto peserà il voto degli agricoltori alle elezioni europee, però se inseriti in una lista possono sicuramente catalizzare numeri importanti di voto di preferenza, che viene generalmente dominato da chi sa intercettare nicchie di voto». Magari come in Olanda, quando un anno fa il movimento Contadino-Cittadino arrivò a prendere il 19%. Ma quanto sanno i cittadini della protesta degli agricoltori? Sicuramente poco delle lotte in Germania contro la reintroduzione dei tributi agricoli, di quelle in Francia contro le tasse sui carburanti fossili o di quelle in Polonia contro l’importazione di prodotti agricoli ucraini.
IL BACINO D’UTENZA
La popolazione empatizza con la protesta, con numeri ancora più elevati da noi. Stando ad un sondaggio di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, in Francia un cittadino su due sta dalla parte dei trattori e degli agricoltori. In Germania la percentuale sale al 63%, in Italia al 68%. Anche se solo il 16% crede che la protesta porterà a dei risultati. «Il bacino d’utenza degli agricoltori è molto buono - conferma Ghisleri -. Il tema è riuscire a convincere le persone ad andare a votare, quando ci sono sacche così importanti ci si rivolge anche a loro».
In Italia il tema sta iniziando ad occupare le agende, politiche e televisive. Da noi la protesta è montata più lentamente anche grazie alle nostre produzioni agricole, molto variegate, che hanno risposto meglio di quelle di altri Paesi ai tagli alla Politica agricola comune (Pac) dell’Ue. Ma il dissenso alla fine è arrivato lo stesso con l’introduzione in legge di bilancio dell’Irpef sui terreni agricoli. Tra gli elettori dei singoli partiti, spiega Ghisleri, «quelli di Fratelli d’Italia sono quelli che empatizzano maggiormente con gli agricoltori (oltre l’80%). Percentuale sfiorata anche dalla Lega e poi dal Movimento Cinque Stelle (78%)». Dati attorno al 60% tra chi vota Forza Italia mentre quelli di Partito democratico, Italia Viva e Azione non superano il 50%.
Numeri che confermano quindi il dato storico delle destre che raccolgono maggior consenso nel mondo agricolo e di un elettorato di centrosinistra diviso tra le posizioni grilline e il resto dell’opposizione. Ci sono però delle differenze in base all’età. Sempre secondo Euromedia Research, più gli intervistati sono giovani e meno si sentono vicini alla protesta in corso, probabilmente perché figli della grande distribuzione e incapaci di comprendere i motivi della protesta. Più si sale con l’età invece e più l’elettore è solidale con l’agricoltore. Tutti fattori che la politica di casa nostra sta iniziando seriamente a valutare in vista del 9 giugno.