Pnrr, i progetti impossibili. Dagli eco-trattori ai treni a idrogeno: bandi deserti, l’Italia chiederà la revisione del piano

Dagli eco-trattori ai treni a idrogeno: lista di investimenti impossibili. Lollobrigida: "Dalla Ue richieste ideologiche, ci sono opere più utili"

Pnrr, i progetti impossibili. Bandi deserti: i progetti che l’Italia chiede di rimodulare
di Francesco Bechis
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Pnrr: una nuova governance, tempi e regole certe, un decreto taglia-burocrazia. E una trattativa con l’Ue per rimodulare i fondi europei per la ripresa, rivedendo i bandi che, finora, non hanno funzionato. In attesa di adottare un decreto taglia-burocrazia entro fine gennaio il governo Meloni accelera sul Pnrr e si prepara a chiedere a Bruxelles di rimodulare i fondi destinati ad alcune opere che stanno riscuotendo scarso successo nel mercato. Gare deserte e disertate, con il rischio che le risorse Ue rimangano impigliate o congelate. 


IL PIANO
Da Fratelli d’Italia è Francesco Lollobrigida - titolare di un dicastero, l’Agricolura e la sovranità alimentare, cui spetta una fetta importante del Pnrr, quasi 5 miliardi - a lanciare l’alert al Messaggero. «È necessario tenere conto della realtà attuale, senza i condizionamenti ideologici che hanno influenzato la stesura di alcune misure originariamente previste dal Pnrr», spiega. «Ci sono bandi che hanno dimostrato di rispondere alla domanda delle imprese e sono risultati attrattivi e potenzialmente efficaci.

Altre misure al contrario si sono dimostrate fallimentari». Di qui, sostiene il ministro riecheggiando un cruccio diffuso nel governo, la necessità di rivedere alcuni capitoli d’accordo con l’Ue. «Credo sia opportuno tenere conto della domanda reale e cercare di compensare misure che hanno riscontrato un maggiore interesse con fondi disponibili risparmiati da opere meno attrattive», rincara il colonnello di FdI. In altre parole, ritoccare il Pnrr - un piano pensato più di due anni fa, quando la guerra russa e l’inflazione record erano un miraggio - non è un tabù. A patto ovviamente che dall’Ue si accenda un semaforo verde, «parliamo con Bruxelles tutte le settimane», assicurano i ministri che vigilano sui fondi sotto la regia di Fitto, al timone dei negoziati con la Commissione.


Quali sono le opere da rivedere? Diverse. A partire dal settore agroalimentare, dove le gare pubblicate dal governo Draghi riscuotono alterni successi. Sovraffollate e sotto-finanziate quelle sulla logistica: porti, mercati, magazzini. Altre assomigliano a lande desolate. Non c’è la fila (eufemismo), ad esempio, per acquistare 300 trattori agricoli “alimentati esclusivamente a biometano”. Fondi che il governo potrebbe chiedere di spostare su capitoli più urgenti, come le opere contro il dissesto idrogeologico presidiate dal Viminale, un argine all’Italia che frana.


I BANDI FANTASMA
Stesso destino per i bandi dedicati all’acquisto di trattori elettrici. Utili a ridurre i consumi, ma quasi inesistenti nel mercato: nessuno li produce, perché poco pratici (come ricaricarli?) e troppo costosi. Ma le gare deserte sono trasversali ai ministeri. Un problema il capitolo energia dedicato all’idrogeno, l’«oro» blu che piace tanto al legislatore Ue.

Il bando per costruire 40 stazioni di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti - 230 milioni di euro sul piatto, in scadenza il 31 marzo - è rimasto sulla carta. Perché? Quasi nessuno si è fatto avanti. Probabile dunque la richiesta di un rinvio da Roma. Copione simile per i 300 milioni di euro allocati per costruire stazioni di rifornimento per treni a idrogeno lungo sei linee ferroviarie da Nord a Sud. A due mesi dalla scadenza, niente. Ferrovie dello Stato si è sfilata dalla corsa, scarso l’interesse degli altri operatori. Stessi dubbi sui 424 milioni di euro impegnati dal Pnrr per l’acquisto di 100 veicoli pesanti dei Vigili del Fuoco a biometano. Senza colonnine, difficile correre a spegnere incendi. Al quadro si aggiunge l’incognita caro-materiali che pende sui 20 miliardi del Pnrr da spendere in opere infrastrutturali entro il 2023, dalla messa in sicurezza degli asili nido alla realizzazione di ciclovie e metropolitane. L’inflazione riscrive già in teoria i bandi pubblicati. Ora, Ue permettendo, il governo cercherà di farlo in pratica.

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