Matteo Salvini torna a cavalcare uno dei suoi cavalli di battaglia: «una grande e definitiva pace fiscale». Proposta della quale parla da anni, anche quando era all'opposizione. E proprio dall'opposizione parte una raffica di critiche all'indirizzo del vicepremier. Impegnato in un tour per le regioni del Mezzogiorno il leader della Lega rilancia l'idea da Matera ed indica anche una soglia di intervento che riguarderebbe tutti i contribuenti che hanno debiti con il fisco fino a 30.000 euro. Ma i dettagli sono ancora scarni e dunque non è chiaro se Salvini si riferisca a nuove forme di rottamazione
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Pace fiscale, l'opposizione all'attacco
Tuona l'opposizione con Maria Cecilia Guerra, responsabile del Lavoro del Pd che sottolinea «quando è legittimata l'evasione non si arresta mai».
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Il nodo evasione fiscale
Intanto l'evasione è tema sempre al centro anche perché potrebbe fornire all'Erario nuove e imponenti risorse. È infatti noto che in Italia ci sia il poco invidiabile primato di un'evasione-elusione fiscale che viaggia sempre su cifre altissime (secondo la Nadef l'evasione stimata è scesa nel 2019 per la prima volta sotto la soglia dei 100 miliardi a quota 99). Ma per intaccare questa montagna si inverte il rapporto con i contribuenti: «Per quanto riguarda i soggetti di minori dimensioni - diceva pochi giorni fa il viceministro all'Economia Maurizio Leo che segue passo passo la delega in Parlamento - si potrà avviare un concordato preventivo biennale in modo da poter dire esattamente quale è il reddito di ciascun contribuente». Nel frattempo l'Agenzia delle Entrate sta rimpolpando le proprie file e conta di assumere 4.500 funzionari tra il 2023 e il 2024, una parte dei quali sarà assegnato a controlli e accertamenti. «L'evasione sta calando. - diceva sempre pochi giorni fa il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini - L'anno scorso siamo riusciti a riportare nelle casse dell'erario oltre 20 miliardi». Ora è tempo di una nuova pace.