Multe non pagate, cosa succede? Stralcio fino a mille euro: ecco i Comuni dove si potrà e chi ha detto no (come Roma)

Multe non pagate, cosa succede? Le regole dei Comuni per lo stralcio dei debiti fino a mille euro
di Giacomo Andreoli
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Lunedì 19 Giugno 2023, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 22:15

ROMA Arrivano le regole per la rottamazione e per il saldo e stralcio di multe e tasse non pagate a Comuni e Regioni che riscuotono in proprio. In pratica entra nel vivo l’estensione a più contribuenti della pace fiscale, decisa dal governo con il decreto bollette lo scorso marzo, allargando la mini-cancellazione dei debiti fino a mille euro. Lo schema di regolamento è stato predisposto dall’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci, che rappresenta tutte le città italiane. Sarà il quadro entro cui dovranno muoversi gli enti locali, che sceglieranno se concedere o no lo sconto ai propri cittadini con un’apposita delibera da varare entro il prossimo 29 luglio.

LE POSSIBILITÀ

I Comuni che non riscuotono i debiti tramite l’Agenzia delle Entrate, ma lo fanno da soli o affidano il recupero ad agenti di riscossione privati, potranno: - Adottare il saldo e stralcio parziale delle multe e delle tasse non versate per importi fino a 1000 euro, con i debiti che si riferiscono a carichi maturati tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015; - Preferire lo stralcio totale delle stesse cartelle; - Varare la rottamazione (non facendo pagare interessi e sanzioni) su ingiunzioni e accertamenti esecutivi con notifica dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Il saldo e stralcio consiste in un accordo tra creditore e debitore per cui quest’ultimo paga solo una parte del debito e lo estingue (se non deve più pagare si parla di semplice stralcio). L’adesione alla definizione agevolata, o rottamazione (l’ultimo round in ordine di tempo per ripagare i debiti allo Stato, con le domande che stanno arrivando all’Agenzia delle Entrate, è il quater) permette l’azzeramento di sanzioni, interessi di mora e aggio. Il risparmio può arrivare fino alla metà dell’importo dovuto. Quindi i sindaci, ora, potranno decidere se aderire o no al mini stralcio dei debiti, decidendo sia l’annullamento (parziale o totale), che la rottamazione, o solo una delle due cose. Tra i debiti rientrano anche quelli con società o delle cosiddette concessionarie in house, come i bollettini Tari emessi da chi gestisce la raccolta dei rifiuti. I Comuni, poi, potranno decidere quante rate e quali termini di scadenza adottare per i debitori. Sarà lo stesso ente a decidere entro quando l’amministrazione dovrà rispondere al contribuente, dicendo se ha accettato o meno il piano di rate con gli importi dovuti. Per la rottamazione o il saldo e stralcio devono essere comprese tutte le tipologie di debiti. Ad esempio devono essere ammesse sia le multe che l’Imu che rientrano nei periodi indicati, e non una sola delle due escludendo l’altra.

L’ELENCO

Tra le città che ora potrebbero aderire ci sono grandi centri come Bologna e Bolzano. Tra le Regioni, invece, sono potenzialmente coinvolte Lazio, Emilia Romagna, Campania, Piemonte, Sicilia e Sardegna per le tasse in ambito agricolo e alimentare. Non hanno invece aderito allo stralcio di multe e cartelle Firenze, Milano e Roma, coinvolte nel precedente round di inizio anno (perché riscuotono tramite l’Agenzia delle Entrate). Dietro alla scelta ci sono ragioni etiche (il capoluogo toscano aveva parlato di «correttezza verso chi ha pagato»), ma anche economiche: Firenze incassa quasi 49 milioni l’anno da multe e ammende, Milano 119 milioni, Roma 121. In tempi in cui i bilanci delle città languono non è facile rinunciare a parte di queste entrate.

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