Migranti, primi aiuti a Tunisi per frenare gli sbarchi. Il 23 summit a Roma

Il premier: «Sulle migrazioni vertice con i Paesi mediterranei»

Migranti, primi aiuti a Tunisi per frenare gli sbarchi. Il 23 summit a Roma
di Francesco Malfetano
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Domenica 16 Luglio 2023, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 09:56

Buona la terza. Al termine di una lunga e per niente scontata trattativa, a Tunisi è stata ieri siglata l’intesa tra la Commissione europea e il presidente Kais Saied. L’accordo è stato fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni (ieri al suo terzo viaggio nel Paese nordafricano in meno di un mese) che per prima si era detta convinta della necessità di affrontare «in maniera integrata» la crisi che coinvolge le due sponde del Mediterraneo, riuscendo a convincere sul principio non solo la leader di rue de Berlaymont Ursula von der Leyen ma anche il primo ministro olandese Mark Rutte. Un tassello, quest’ultimo, fondamentale perché per un «accordo impensabile fino a qualche mese fa» ora la palla passa a Bruxelles, con il memorandum che dovrà essere votato dai 27 leader.

D’altro canto con l’emergenza sbarchi che sta mettendo a dura prova hotspot e territori, e dopo mesi di tracchegiamenti europei e tunisini, Meloni non poteva non cercare ancora un’accelerazione.

Uno sprint in più punti che continuerà questa domenica, il 23 luglio, quando a Roma si terrà una conferenza internazionale sulle migrazioni a cui parteciperanno diversi leader africani, tra cui lo stesso Saied. Non a caso Meloni stessa ha definito quello siglato ieri «un modello» per le relazioni tra l’Ue e i Paesi del Nord Africa.

IL MEMORANDUM

L’intesa proposta alla Tunisia dai tre (rinominati “team Europe”) porterà nelle casse statali circa 105 milioni di euro. Risorse che, ha chiarito von der Leyen, saranno investite «in operazioni anti-trafficanti, un aumentato coordinamento nelle operazioni Sar e nel controllo delle frontiere e su rimpatri più semplici nel pieno rispetto del diritto internazionale». Cosa questo comporti pragmaticamente per le migliaia di migranti che ogni settimana cercano di raggiungere l’Europa è presto per dirlo ma, secondo diverse testimonianze, sarebbero già iniziati i respingimenti verso la Libia, nel deserto lungo il confine sudorientale.

LA COLLABORAZIONE

Tuttavia il testo è per forza di cose più articolato e comprende, distinguendosi da un accordo simile firmato con Ankara nel 2016, «un pacchetto di partenariato comprensivo» che include 5 pilastri: assistenza macro-finanziaria, relazioni economiche, partnership sull’energia sostenibile, promozione degli scambi tra aziende tunisine ed europee e, appunto, migrazioni. «Un punto di partenza» secondo Meloni che, come gli altri leader Ue, invita Saied a modernizzare il Paese per spezzare quella dinamica inflattiva (da mesi superiore al 10%) che rischia di gettare la Tunisia nel caos e causare nuove partenze. Al netto dell’ottimismo e dei punti di incontro trovati con l’Ue, quella tunisina resta una situazione molto complessa, al limite della dittatura. Tant’è che anche l’assistenza macro-finanziaria promessa da Bruxelles è al momento limitata a 150 milioni di euro, con ulteriori 900 che si sbloccheranno solo se Tunisi, effettuando le riforme richieste, supererà lo stallo con il Fondo Monetario Internazionale, ottenendo i prestiti da 1,9 miliardi di dollari che finora - soprattutto per l’intervento degli Stati Uniti - Saied si è visto negare. Un ulteriore passo in avanti che però in questa fase appare tutt’altro che scontato. Anche perché il presidente tunisino ha approfittato delle dichiarazioni finali di ieri al palazzo di Cartagine per un nuovo affondo nei confronti dell’Fmi, accusandolo di «aver diviso il mondo in due: una metà per i ricchi, una metà per i poveri». 

Memorandum d'intesa tra Ue e Tunisia alla presenza di Meloni, von der Leyen, Rutte e Saied

La speranza è che uno sviluppo “indotto” possa semplificare l’avvicinamento delle posizioni. Per questo è considerato particolarmente rilevante la porzione dell’accordo sull’energia green che combina la necessità dell’Ue di diversificare le forniture come conseguenza della guerra in Ucraina all’opportunità per la Tunisia di dare linfa, con investimenti e know-how europei, allo sviluppo delle rinnovabili. Con il vantaggio per l’Italia di potersi candidare ad essere, con il progetto di interconnessione elettrica Elmed, hub dell’energia tunisina per l’Europa.

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