Mes, slitta la ratifica del 14 dicembre. Esulta la Lega: «Ci sono altre priorità». Ma FI continua il pressing

Il voto è stato calendarizzato per questo giovedì ma l'assenza di un'intesa all'Ecofin sul nuovo patto di stabilità rinvia con ogni probabilità l'approvazione del Fondo salva banche al prossimo gennaio

Mes, slitta la ratifica del 14 dicembre. La Lega esulta, ma FI continua il suo pressing
di Francesco Malfetano
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Domenica 10 Dicembre 2023, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 17:41

Non sarà il 14 dicembre la data giusta per scoprire l'ultima casella del calendario dell'avvento del Mes. Il "fondo salva stati" diventato "fondo salva banche" e da mesi paralizzato dalla mancata ratifica italiana, non sembra destinato a ricevere l'ok definitivo mentre Giorgia Meloni si trova a Bruxelles per il Consiglio europeo, anzi slitterà «senza ombra di dubbio». «Impossibile vada a dicembre» spiega una fonte ai vertici dell'esecutivo. A gennaio? «Il Parlamento ha i suoi tempi». Una postposizione dovuta alla volontà del governo di sfruttare l'impasse sul Meccanismo europeo di stabilità per strappare ai Paesi Ue condizioni migliori sul patto di Stabilità che è stata anticipata dal Messaggero e "bollinata" dalla Lega questa mattina. «Il ministro Giorgetti ha fatto giustamente presente che è in calendario ma esistono provvedimenti che vengono prima» ha infatti scandito il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari ospite del Caffè della Domenica di Maria Latella a Radio 24. 

I TEMPI
La strategia a pacchetto di contiana memoria veicolata da Meloni impone di "giocare" fino all'ultimo con il trattato comunitario. Ovvero di attendere che sia formalizzato, magari all'Ecofin che con buona probabilità si terrà tra 18 e il 21 dicembre.

E allora ecco che, un po' come già avvenuto prima della chiusura estiva del Parlamento a luglio scorso quando al pressing europeo appena iniziato sul serio la risposta fu una sospensiva di quattro mesi, la calendarizzazione a giovedì prossimo diventa poco più che un modo per mostrare la buona volontà dell'esecutivo nostrano. In realtà, trattandosi di un'iniziativa della minoranza, non poteva che andare così.

C'è però modo e modo di farlo. E quindi, non a caso, il Mes figura al quarto punto del calendario dei lavori della Camera dei deputati per il 14. Prima c'è l'inderogabile (e lunga) approvazione del Dl anticipi, da completare entro domenica. Poi l'esame della cosiddetta legge di delegazione europea. Quindi l'analisi della proposta di legge che prevede modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari. E infine, appunto, il Mes. Tradotto: è assolutamente improbabile che questa sia la settimana giusta. Se poi si aggiunge che l'iter della Legge di Bilancio sta andando ben oltre i tempi preventivati (giovedì notte sono stati indicati gli emendamenti governativi, mancano ancora quelli dei relatori), con un orizzonte di approvazione che salvo improbabili accelerazioni arriverà nei giorni tra Natale e Capodanno, non è impossibile trovare degli elementi "concreti" su cui basare il rinvio della ratifica del Meccanismo europeo di stabilità.

Di fatto - ma non è che vi fossero troppi dubbi - non si tratta esattamente di una priorità per Palazzo Chigi o per l'intero esecutivo. Con sfumature diverse, è chiaro. Alle perplessità salviniane e al pragmatismo meloniano fa da contraltare una disponibilità nei confronti del Trattato da sempre rivendicata da Forza Italia che, infatti, continua il suo pressing. «La ratifica da parte del Parlamento può essere un contrappeso sulla trattativa per il Patto al fine di arrivare alla deroga e all'esclusione delle spese per il Pnrr e per gli aiuti all'Ucraina per la guerra e anche far slittare di altri due anni il parametro del 3% del rapporto deficit-Pil» ha ribadito oggi il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli. 

COS'È IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ E LA RIFORMA
L'epilogo più probabile è che si trovi un compromesso - onorevole anche per i pasdaran anti-Mes - che ancori alla ratifica del trattato l'obbligo di un nuovo passaggio per Montecitorio e Palazzo Madama nel caso in cui in futuro si decida di farvi realmente ricorso. I tempi non sono però da sottovalutare. Senza la ratifica italiana la riforma del trattato del Mes non può entrare in vigore, come previsto da tutti i Paesi dell'area euro che l'hanno sottscritta, il primo gennaio 2024. Vale a dire che il Meccanismo europeo di stabilità conserverà le funzioni che gli sono state attribuite all’atto della sua istituzione l’8 ottobre del 2012 (restando di fatto inutilizzato) senza assumere la funzione di paracadute finale (backstop) del fondo unico di risoluzione delle banche, a cui i Paesi potranno accedere qualora i loro fondi nazionali per le risoluzioni bancarie (risorse degli istituti di credito e non pubblici) non siano sufficienti. Questo per consentire un fallimento ordinato (mantenendo l’operatività dei clienti) in caso di crisi bancarie.

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