A bruciare sul tempo Di Maio è stato Salvini che pur non avendo alcuna delega al riguardo (é ministro dell'Interno), ha subito difuso una nota:«Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi. Anche su questo la nuova Europa che nascerà domani dovrà essere più forte nel difendere il lavoro».
Poco dopo è intervenuto Di Maio che lui, questa volta, ha ruolo e competenze che non a caso ricorda immediatamente: «Da ministro del Lavoro non posso che essere preoccupato per la notizia della chiusura dei punti vendita Mercatone Uno in tutta Italia a causa del fallimento della Shernon Holding Srl. Ma non basta.
Non è possibile che 1800 lavoratrici e lavoratori, oggi, in Italia, si ritrovino senza lavoro dal giorno alla notte e siano costretti a scoprirlo da un passaparola tra colleghi».
E aggiunge, facendo capire, come è ormai chiaro da giorni, che nonostante la guerra senza quartiere tra Lega e 5Stelle, da lunedì il governo dovrebbe andare avanti: «Anche per questo ho deciso di anticipare a dopodomani, lunedì 27 maggio, il tavolo che servirà prima di tutto a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Mercatone Uno, ma anche a fare chiarezza sulla responsabilità della proprietà nella loro gestione. Su questo mi aspetto responsabilità e collaborazione da parte di tutti. Do quindi appuntamento a tutti al tavolo ministeriale di lunedì». E lunedì si conoscerà la sorte del governo giallo-verde.
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