Meloni-Salvini, l'abbraccio tra Giorgia e Matteo (che dopo 10 minuti se ne va). E dai banchi parte il coro: «Bacio, bacio»

Il leader leghista si allontana per «riunioni già fissate». Restane le distanze tra Lega e Fdi sulle alleanze in Ue

Meloni-Salvini, l'abbraccio tra Giorgia e Matteo (che dopo 10 minuti se ne va). E dai banchi parte il coro: «Bacio, bacio»
di Emilio Pucci
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 09:38

«Bacio! Bacio!». Qualcuno nelle fila dell’opposizione ha invitato Giorgia Meloni e Matteo Salvini ad un caloroso abbraccio, quando quest’ultimo ha fatto l’ingresso in Aula durante il dibattito alla Camera in vista del Consiglio europeo di Bruxelles. Il segretario della Lega era assente martedì quando la premier ha preso la parola al Senato e anche ieri non ha assistito alla sua replica a Montecitorio, andando via dieci minuti dopo l’inizio della seduta. In quel momento, come ha reso noto da un comunicato del Mit, Salvini stava incontrando il vicepresidente e ministro degli Affari Esteri del Turkmenistan, Rashid Meredov. Non prima, però, del momento immortalato da tutti i fotografi: Giorgia e Matteo che sorridono, scherzano, con il leghista che prima la abbraccia, poi le poggia la guancia sulla testa.

Il gesto affettuoso dopo le tensioni

Un gesto affettuoso, a sciogliere (a favor di telecamere almeno) le tensioni di questi giorni.

Tensioni, peraltro, negate sia da Salvini che da Meloni. Vicino a loro, Antonio Tajani, che glissa: «Quella del centrodestra è una love story di 30 anni di una coalizione che, a dispetto di tutti, non va mai in frantumi e molto spesso vince, anche quando gli altri sperano che perdiamo, come in Abruzzo». L’azzurro Giorgio Mulè ci scherza su: «L’abbraccio di oggi in Aula tra Salvini e Meloni è stato una “Bidenata”, la riedizione del bacio sulla fronte che il presidente americano ha dato alla premier italiana...».

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I temi

Sta di fatto che continuano le interlocuzioni tra la premier e il vicepremier leghista. Una telefonata tra i due c’è stata anche martedì sera. Oggetto: l’autonomia differenziata. Il partito di via Bellerio teme che sul ddl Calderoli le altre forze del centrodestra vogliano fare melina. Da qui la richiesta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di far sì che sul ddl sul cybersicurezza non ci fosse alcuna corsia privilegiata. La richiesta d’urgenza avanzata dall’esecutivo durante la conferenza dei capigruppo avrebbe ostacolato il percorso del provvedimento caro agli ex lumbard. Ieri pomeriggio ci sarebbe dovuto essere il voto dell’Aula della Camera sul calendario e la Lega avrebbe potuto votare con l’opposizione. Da qui la frenata del governo con il presidente del Consiglio che si è detto d’accordo sulla necessità di allungare i tempi del dibattito sul tema del cybersicurezza. Ma Lega e Fratelli d’Italia continuano a duellare sulle priorità da portare avanti in Parlamento. Il percorso sulle riforme costituzionali va a rilento al Senato e Fratelli d’Italia ritiene imprescindibile che ci sia prima un passaggio del ddl Casellati a palazzo Madama poi l’ok definitivo al ddl Calderoli. «Conviene anche alla Lega prendere tempo: al Sud con l’autonomia potrebbe prendere l’1%...», osserva un esponente di Fdi. «Il tema è l’ingorgo in commissione, Prima bisogna finire in commissione l’autonomia», ha detto il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari.

 

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Le Europee

Interessi dunque non convergenti, con la prospettiva sempre più concreta che entrambi i provvedimenti vadano dopo le Europee. Ma a pesare soprattutto è la distanza sulla politica estera, anche se la premier ha rimarcato come la linea dell’esecutivo sia univoca («contano le decisioni e i voti»). Lo testimoniano anche gli appuntamenti di questi giorni: Salvini riunirà sabato a Roma i partiti sovranisti europei, mentre i “fratelli d’Italia” Procaccini, Fidanza e altri da ieri sono a Subiaco per l’adunata dei Conservatori europei. Nella Lega, il dibattito è aperto e se ne parlerà al Consiglio federale convocato per oggi. Il “Capitano” punta a pescare nell’elettorato di chi non vuole tagliare i punti con la Russia e auspica un cambio di passo nel conflitto tra Mosca e Kiev, ma tra alcuni dei suoi c’è fibrillazione. Fino alle Europee il leitimotiv è di andare tutti compatti ma in Fdi e in Forza Italia si rimarca come la strategia di Salvini sia di corto respiro e rischia di mettere in cattiva luce il governo. Lo stesso Tajani, però, pur sottolineando come ad indicare la linea della politica estera siano il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio, non intende affatto sollevare polveroni: «In Ue nessuno mi chiede della parole di Salvini».

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