A Parco Verde ieri mattina sono arrivati gli operai del Comune per sistemare e pulire aiuole e strade. Per tirare tutto a lucido, cosa mai vista da queste parti, in occasione della visita della premier Giorgia Meloni che sarà accompagnata dai ministri Matteo Piantedosi (Interni), Giueppe Valditara (Istruzione) e Andrea Abodi (Sport) e dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Visita chiesta da don Maurizio, il sacerdote anti-clan, ma su cui da ieri mattina si addensa un clima di minacce e di tensioni. Sui social infatti sono apparse una serie di minacce contro la premier proprio per l’appuntamento di oggi. «Ti consiglierei di restare a casa» il tenore dei messaggi «Stanno comm e’ pazz’, e’ rimast’ 160mila famiglie senza Rdc, senza spesa. Sei sicura che tornerai a casa?». Non sembrano c’entrare la camorra e il clima di degrado della zona quindi, ma a prendere di mira la premier sono ex percettori del Reddito di cittadinanza. Da qui è scattata la massima allerta da parte di palazzo Chigi.
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IL CASO
Minacce che, ovviamente, non vengono affatto sottovalutate ed hanno comportato un immediato innalzamento delle misure di sicurezza sulla visita di oggi che sarà quanto mai blindata.
LA VISITA
Il programma della visita impostato dal cerimoniale di palazzo Chigi è ristretto entro la mattinata. Con il numero uno dell’esecutivo che dovrebbe essere a Parco Verde dalle 10 per un incontro riservato con don Maurizio, nella chiesa che il sacerdote amministra. Un faccia a faccia tra i due in cui la premier vuole ascoltare cosa si può fare davvero, a parte un maggiore presidio delle forze di polizia, per il quartiere. Poi un incontro presso l’istituto superiore «Francesco Morano», proprio accanto alla chiesa di Parco Verde, per incontrare la preside e presenziare ad un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblico convocato ad hoc.
L’idea, se il tempo lo permette, è anche quella di passare per l’ex centro sportivo distrutto dai vandali e che è uno dei luoghi in cui le due cuginette di 10 e 12 anni sono state vittime degli abusi del branco. Un centro su cui la Meloni ha dato già la sua parola per poterlo recuperare e poi affidarne la gestione alle forze dell’ordine. Non solo per ridare servizi, ora completamente inesistenti se si escludono due campetti di calcio, ai giovani del quartiere, ma anche per dare un forte segnale di legalità. Ma la premier vedrà anche il sindaco Gaetano Manfredi in qualità di numero uno della Città metropolitana e il governatore Vincenzo De Luca. Con l’obiettivo di lavorare tutti assieme, senza distinzioni politiche, a una riqualificazione del quartiere. Senza che stavolta, come accaduto anni fa con la morte tragica di Fortuna Loffredo per mano di un pedofilo, si spenga l’attenzione su quest’area degradata. Come ha temuto da subito, quando ha chiesto la visita della premier, proprio il sacerdote. «Un piccolo sacerdote di provincia, con la sua determinazione e con l’aiuto di Dio, ha generato una slavina: ed ora ha finalmente la sicurezza di avere le pubbliche istituzioni al suo fianco nella battaglia contro criminalità, degrado ed indifferenza», dice infatti il parlamentare napoletano Sergio Rastrelli.
LA PREMIER
«Non sarà una semplice visita, offriremo sicurezza alla popolazione. Lo Stato ci deve essere non può essere percepito come distante», è la posizione della Meloni illustrata al Sole 24 Ore. «Perciò come primo intervento bisognerà aprire la palestra, i centri che fanno un lavoro importante di educazione e socializzazione. Ma non voglio anticipare troppo, sono decisioni che si prenderanno nei prossimi giorni», ha spiegato la Meloni. Che, già un minuto dopo aver accettato l’invito a Caivano, aveva spiegato ai suoi come «bisogna andare per dare un segnale forte, non deve essere una passerella».