Meloni rivela al Messaggero: «Ue informata per tempo». I contatti con Bruxelles e il via libera ai centri in Albania

L'Ue: si rispetti il diritto comunitario e internazionale. In Germania pressing su Scholz per attuare un modello simile

Edi Rama e Giorgia Meloni
di Andrea Bulleri
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Martedì 7 Novembre 2023, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 09:31

«Abbiamo informato la Commissione europea senza che questo comportasse criticità». Così Giorgia Meloni al Messaggero ha smentito le voci secondo cui l'Ue sarebbe stata colta di sorpresa dal patto Roma-Tirana sui migranti, l'accordo siglato a palazzo Chigi con Edi Rama con cui si prevede di costruire in Albania due centri di permanenza per ospitare temporaneamente chi viene salvato da imbarcazioni italiane nel Mediterraneo. 

L'accordo

I dettagli delle interlocuzioni con Bruxelles non sono stati resi noti.

Quel che è certo è che la Commissione Ue, dopo l'annuncio, ha confermato di essere stata messa a conoscenza del piano.«Siamo stati informati di questo accordo», il commento fatto filtrare da palazzo Berlaymont, anche se «non abbiamo ancora ricevuto informazioni dettagliate: l'accordo operativo deve ancora essere tradotto in legge dall'Italia e ulteriormente implementato». Poi il monito: «È importante che qualsiasi accordo di questo tipo rispetti pienamente il diritto comunitario e internazionale». 

Ma al netto delle eventuali riserve tecniche della Commissione su specifici aspetti del protocollo - che potranno essere fatte notare solo quando a Bruxelles arriveranno i testi di attuazione dell'accordo -, Roma non nasconde l'ottimismo. Un po' perché quella che dentro FdI già hanno ribattezzato la "dottrina Meloni" sui migranti ha dimostrato di aver fatto breccia anche fuori dall'Italia. Con il cancelliere tedesco Olaf Scholz oggetto di pressing da parte dei governatori di alcuni Land per adottare una soluzione simile, con le procedure di asilo raccolte e completate al di fuori dei confini. Un po' perché l'Ue, che pure (riferendosi all'intesa tra Gran Bretagna e Ruanda) ha già ricordato che le procedure di concessione della protezione internazionale vanno gestite all'interno dei confini europei, non avrebbe motivo (né, secondo qualcuno, titolo) di opporsi a un accordo siglato da uno stato membro con un Paese extra-europeo. 

 

L'avvertimento

Insomma: da Bruxelles, in attesa di conoscere i dettagli, non sono arrivate obiezioni di merito. Se non un generico avvertimento al rispetto del diritto internazionale e comunitario (il che, peraltro, è apparso scontato a chi ha seguito il dossier). Il che ha dato il via alla firma del patto. Che entrerà in vigore «entro la primavera del 2024». E al governo sono certi che per allora, anche grazie a un confronto con le istituzioni europee che non si è certo chiuso ieri, ai dubbi e ai nodi da sciogliere sulla concreta gestione dei due centri sotto giurisdizione italiana si sarà data ampia risposta. 

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