Leva volontaria di 40 giorni, il governo rilancia la naja: l'annuncio di Meloni

Meloni all'Adunata degli Alpini: può essere alternativa al servizio civile

Leva volontaria di 40 giorni, il governo rilancia la naja: l'annuncio di Meloni
di A. Bul.
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Lunedì 15 Maggio 2023, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 11:48

Sarà l'emozione di vedersi regalare il cappello con la penna bianca da generale (subito indossato per assistere alla parata). Sarà che «oggi è la festa della mamma, ma noi abbiamo sempre un'altra mamma che è la Patria», e «senza questo legame non c'è niente che possiamo fare». Sarà per questo, insomma, e forse anche per il "palco" simbolico offerto dalla celebrazione delle «penne nere», che la 94esima Adunata degli Alpini di Udine per Giorgia Meloni diventa l'occasione di rilanciare un progetto caro al governo: la leva militare volontaria. Nessun ritorno alla naja obbligatoria, mette in chiaro la premier: «Sicuramente è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile», spiega.

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L'IDEA

Del resto non è un mistero che l'idea di permettere ai ragazzi di arruolarsi per un breve periodo, magari appena finita la scuola secondaria, fosse da tempo accarezzata dal centrodestra. Sia in casa Fratelli d'Italia che nella Lega, dove Matteo Salvini più volte ha parlato del ritorno alla naja come di una soluzione per «formare buoni cittadini» e contribuire, ad esempio, a combattere il fenomeno delle baby gang.

Al punto che in passato il leader del Carroccio si era spinto a perorare il ritorno al servizio militare «obbligatorio», magari per un anno. «C'è un progetto di legge della Lega per offrire la possibilità di un servizio militare o civile universale a ragazze e ragazzi fino ai 26 anni», ha ricordato ieri il vicepremier: «Sia attraverso una formazione militare di base e specialistica, che con un'esperienza nell'ambito della Protezione civile e del soccorso pubblico». Ma sempre «garantendo il mantenimento del posto di lavoro e riconoscendo il servizio svolto in ambito lavorativo e di studio».

L'ipotesi a cui lavora il governo, però, dovrebbe essere più soft rispetto al progetto leghista. Più simile, insomma, a quanto ipotizzato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, anche lui presente alla celebrazione degli Alpini. Una «mini naja volontaria» di 40 giorni, «che è il tempo con cui una volta il centro addestramento reclute preparava la base di addestramento dei militari». Un breve servizio che dia crediti aggiuntivi, ad esempio, per partecipare ai concorsi pubblici. Un progetto che La Russa aveva già presentato da ministro della Difesa, nel 2008, e che ora punta a rilanciare: «Con un gruppo di senatori abbiamo lavorato a un disegno di legge in questo senso», spiega, annunciando che il testo verrò presentato a stretto giro.
Anche Luca Ciriani, ministro dei Rapporti col Parlamento, da Udine parla di una «piccola naja»: «Credo che sia complesso ripristinare la leva per motivi economici, gestionali e logistici chiarisce ma che si pensi a una piccola leva o un servizio civile obbligatorio, questo serve per avvicinare i giovani alla responsabilità di appartenere alle istituzioni, ai compiti e alla disciplina». Non è la prima volta che il tema torna all'ordine del giorno, del resto: dopo il progetto di La Russa, anche nel 2019 si era tornati a discutere della possibilità di consentire ai giovani di formarsi per un breve periodo in caserma. E la Camera aveva dato parere favorevole, approvando un disegno di legge che avviava un progetto sperimentale per realizzare percorsi formativi in ambito militare di sei mesi, rivolti ai giovani tra i 18 ed i 22 anni. Il testo, approvato a Montecitorio con 453 voti a favore, era poi passato al Senato, dove però si era impantanato. Ora però la discussione potrebbe ricominciare.
Anche il presidente dell'Ana, l'associazione nazionale alpini, caldeggia l'iniziativa. «L'età media dei nostri soci spiega Sebastiano Favero ormai è over 50. Senza leva, le associazioni rischiano di esaurirsi». Dunque «c'è bisogno di giovani volontari» da utilizzare anche «al fianco degli effettivi, come protezione civile in caso di emergenze e calamità. Possiamo partire dai campi scuola alpini suggerisce con un migliaio di ragazzi all'anno, per arrivare fino a 10 mila».

Ad assistere alla parata, che vede sfilare 80mila penne nere provenienti da tutta Italia, c'era anche il titolare della Difesa Guido Crosetto. «Qui si radunano centinaia di migliaia di persone che hanno in comune donarsi agli altri e di servire il Paese», osserva il ministro. Anche lui col berretto calato in testa, come la premier. Che si scatta un selfie lo posta sui social: «Qui si respirano i valori dell'appartenenza e della patria», dice : «Nel giorno della festa della Mamma, dopo la mamma ci sono gli Alpini come famiglia: non si poteva mancare».
Nessuno spazio, invece, per le polemiche. Del resto non ce ne sarebbe motivo, visto che la manifestazione (funestata dal precedente dello scorso anno, quando a Rimini decine di donne avevano denunciato molestie) fila via senza alcun intoppo. «Questa adunata è andata molto bene commenta soddisfatto il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga Voglio ribadire con forza che sporcare il nome degli alpini vuol dire sporcare il nome dell'Italia».
 

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