Lega e M5S su Bankitalia: vertici scelti dalle Camere

Lega e M5S su Bankitalia: vertici scelti dalle Camere
di Emilio Pucci
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Domenica 16 Giugno 2019, 15:42 - Ultimo aggiornamento: 16:49
La maggioranza riaccende il faro su Bankitalia. Subito dopo le Europee ha depositato una legge al Senato che punta a modificare lo statuto e i criteri di nomina dei vertici dell'organismo di palazzo Koch. Firmata dai capigruppo di M5S e Lega a palazzo Madama, Patuanelli e Romeo, ma gli ispiratori del testo sono il presidente della Commissione Finanze del Senato, Bagnai, e della Commissione Bilancio della Camera, Borghi. «Vogliamo rendere Bankitalia meno autoreferenziale», ha detto il primo al Corriere. «Non posso dire nulla, abbiamo una tempistica ben precisa», spiega il secondo. Tradotto: al momento la proposta, che dovrebbe in ogni caso passare il vaglio anche della Bce, non deve finire sotto i riflettori.

IL DIALOGO
C'è un dialogo in corso con la Commissione europea per evitare la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo, sarebbe sbagliato riaprire ora il fronte delle polemiche dopo il caso Signorini, il vice direttore confermato solo dopo un duro tira e molla con Di Maio e Salvini da una parte e palazzo Chigi, il ministero dell'Economia e il Colle dall'altra. Ma l'intenzione è quella di accelerare sulla riforma della governance appena le acque con l'Europa si saranno calmate. «C'e' l'accordo con M5s. Deciderà il Parlamento», si limita a spiegare Borghi.
Il principio della legge è che il Parlamento deve essere coinvolto nella costituzione del board di Bankitalia. Attualmente il meccanismo prevede che la designazione del governatore arrivi su input del governo che propone un nome al Consiglio superiore, l'organo interno di Bankitalia, con la delibera finale del presidente della Repubblica. Procedimento inverso per l'individuazione del direttore generale e degli altri membri del board: la proposta arriva dal Consiglio superiore ma deve avere comunque il vaglio dell'esecutivo ed essere approvata dal presidente della Repubblica.

La maggioranza giallo-verde punta a rivoluzionare il metodo e lo schema. L'esempio è quello della Bundesbank: metà dei componenti del direttorio è scelto dal governo, l'altra metà dal Bundestag, il Parlamento tedesco. Vorrebbe dire trasportando il modello di Berlino a Roma che il Parlamento avrebbe maggiore potere per poter di fatto influenzare l'azione di Bankitalia.
I DUBBI
Non è ancora chiaro se si punti ad un parere vincolante o meno delle commissioni competenti (Finanze e Bilancio) sull'iter della nomina del direttorio. Sta di fatto che dopo il voto del 26 maggio - il 14 la Camera aveva approvato una mozione della maggioranza sulle iniziative in materia di riforma del credito e del sistema di vigilanza bancaria, per salvaguardare la sovranità economica nazionale nell'ambito dell'Unione europea e sostenere iniziative volte al miglioramento della governance della Banca d'Italia al fine di allinearla ai prevalenti standard europei - M5s-Lega hanno pronta un'arma di pressione nei confronti del dicastero di via XX settembre che non ha apprezzato la mossa. E presto si formerà la Commissione d'inchiesta che dovrà indagare sui crac bancari: M5s e Lega hanno già la rosa pronta per i componenti.

 
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