La Russa presidente, il giallo dei 17 voti giunti dell'opposizione: chi lo ha aiutato? Due ipotesi

Il cofondatore di FdI ha avuto 116 voti, ma senza i voti di Fi dovevano essere 97. I 9 di Azione-Iv non bastano a colmare la differenza.

La Russa presidente, il giallo dei 17 voti giunti dell'opposizione: chi lo ha votato? Due ipotesi
di Fausto Caruso
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 16:08

L'inizio della XIX Legislatura sembra scritto da Agatha Christie. Nella notte l'accordo sembrava chiaro: La Russa al Senato e un leghista alla Camera, come confermato da Matteo Salvini al suo arrivo a Palazzo Madama. Poi il primo strappo. Forza Italia va in riunione permanente e non risponde alla prima chiama per l'elezione della seconda carica dello Stato. Alla seconda sui 18 senatori azzurri votano solo Berlusconi e Casellati. La maggioranza scende a 99, 5 in meno del necessario. La Russa dà in escandescenza col Cavaliere. Tutto rimandato a domani sembra, tanto che Carlo Calenda parla già di colloqui interni all'opposizione per trovare un candidato per il ballottaggio. Ma nel segreto dell'urna Dio ti vede il segretario no. Alla conta colpo di scena: La Russa eletto con 116 voti. Parte la caccia al "colpevole". Da dove vengono questi voti e che significano?

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La mano del rottamatore?

Come in tutti i gialli, il dito va subito verso il sospettato numero uno, che, come da copione, nega: «Se faccio una roba del genere la rivendico», dichiara a caldo Matteo Renzi. Prolungando le dinamiche da campagna elettorale, il Terzo polo sarebbe la fazione con più interessi a mettere in difficoltà Forza Italia, per dimostrare di essere il vero centro di gravità dei moderati. Ma le elezioni sono passate, quindi cosa vorrebbero ora il rottamatore e Calenda? L'altro indizio contro l'ex premier è un leitmotiv dei suoi comizi: «Occhio che ho il vizio di far cadere un governo ogni due anni».

Si potrebbe immaginare che l'intento sia proporsi come gamba di emergenza decisiva per formare una maggioranza, in caso di strappo definitivo di Berlusconi, così da tenere in scacco la leader di FdI.

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Quanto sia probabile questo scenario, al di là delle smentite di rito, lo dirà il prosieguo della vicenda. Ma c'è un problema. A conti fatti, servono almeno 17 colpevoli (se non addirittura 19 immaginando che il Cav e la presidente uscente Casellati non abbiano votato La Russa) e il Terzo polo può vantarne al massimo 9. Il “delitto” davanti a cui ci troviamo è il classico omicidio a stanza chiusa. Quindi complici e colpevoli vanno trovati scorrendo i volti dei senatori che applaudono il discorso di insediamento del presidente neoletto.

La congiura d'opposizione?

Escludendo l'ipotesi che all'eventuale congiura di Calenda e Renzi si sia semplicemente aggiunto qualche lupo solitario, gli altri indiziati vanno cercati tra Pd e Cinquestelle, a cui però manca il movente. O forse no? Se la maggioranza è alle prese con le trattative sui ministeri, anche l'opposizione avrà le sue poltrone da spartirsi: le vicepresidenze delle camere, ma soprattutto la presidenza del Copasir e della Commissione di vigilanza Rai. Da Azione-Iv denunciano da giorni un accordo tra dem e pentastellati per escluderli dalle nomine. Il sospetto in questo caso sarebbe che qualcuno abbia pensato di fare un favore alla maggioranza per riaverlo indietro al momento di votare le posizioni che restano in gioco, per cui il voto del centrodestra sarà comunque decisivo. Se così fosse bisognerebbe valutare anche se si tratta di una mossa di partito o di una corrente alla ricerca di un tornaconto personale. Anche qui fioccano smentite e accuse incrociate. «Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall'esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell'opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza», twitta dall'aula di Montecitorio il segretario del Pd Enrico Letta. Per i dem la congiura è stata ordita tra Terzo polo e M5S. «Primo giorno di legislatura e per qualcuno è già cominciata la finta opposizione fatta dei soliti giochini di palazzo. Il dato certo è che alla prima prova il centrodestra si è già diviso», rispondono invece fonti grilline, che rimandano al Terzo polo ''accusa di volerli così escludere dalle vicepresidenze. 

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Dopo la coltellata tutti nascondono la mano e la lama insanguinata rimane al centro della scena, senza tra l'altro che sia chiaro chi fosse la vittima designata: Giorgia Meloni, che ora dovrà tentare una difficilissima ricucitura con Forza Italia, col serio rischio di veder sfumare l'incarico già assaporato, o il Cavaliere - con la sua fedelissima Licia Ronzulli - per cui rimanere fuori dalla maggioranza di governo significherebbe il definitivo tramonto politico? I fari ora sono tutti puntati sulle decisione della coalizione che ha vinto le elezioni e la domanda è: sapranno trovare un nuovo accordo per presentarsi uniti alle consultazioni con Mattarella o questo governo finirà ancor prima di iniziare? Meloni bolla come «secondaria» la questione: «Contano i risultati». Berlusconi dichiara «finita» la trattiva lasciando l'aula, ma senza spiegare cosa significhi. I detective di palazzo sono già al lavoro, ma come in tutti i gialli si dovrà arrivare all'ultima pagina per scoprire la soluzione. In gioco il futuro dell'Italia. 

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