Quella di ieri è stata ancora una giornata in zona arancione, così come previsto dal decreto in vigore fino al 15 di gennaio, quindi con negozi chiusi, divieto di spostamento tra regioni, bar e ristoranti chiusi, con la sola possibilità dell'asporto o della consegna a domicilio. Da oggi, e per altri cinque giorni qualcosa cambierà: i ristoranti e i bar riapriranno fino alle 18 soltanto in zona gialla, mentre rimarranno chiusi nel weekend così come è stato per tutte le festività. Sempre da domani si abbasseranno le soglie per entrare in zona arancione o rossa, con almeno già sette-otto regioni a rischio.
Covid, palestre e piscine al collasso: «Le strutture sono adeguate ma non abbiamo certezze»
Rimarrà il coprifuoco dalle 22 alle 5 e rimarrà l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. Vietati gli assembramenti e le feste sia nei locali pubblici, sia nei luoghi privati.
Nuovo dpcm: cambiano i parametri, zona gialla “rinforzata” e più regioni a rischio stretta
ll decreto prevede dunque il divieto di mobilità tra le regioni fino al 15 gennaio, fatti salvi gli spostamenti per
comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. La vera novità è però legata all'articolo 2 del decreto che disciplina i nuovi parametri. In sostanza il governo ha abbassato le soglie che fanno scattare la zona arancione o rossa: se una regione è in “scenario 2” - dunque con un Rt da 1 a 1,25 - diventa arancione; se è in uno “scenario 3” con Rt da 1,25 a 1,50 va invece in rosso. Misure che si applicano, dice il decreto, a una o più regioni «nel cui territorio si manifesta un'incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti». Un passaggio quest'ultimo, sottolineano fonti di governo, introdotto per evitare che regioni con una circolazione virale bassa possano invece finire in arancione a causa di singolo episodio di
aumento dell'Rt. Il nuovo sistema delle fasce scatterà da domani e chiaramente le aperture o chiusure saranno condizionate dal colore. Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno già in fascia arancione. Il monitoraggio indica 12 regioni e province autonome a rischio alto e 8 a rischio moderato, con 13 regioni che hanno un tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva e nelle aree mediche sopra la soglia critica. La settimana prossima dunque, se i dati peggioreranno come si aspettano gli esperti, altri territori passeranno in zona arancione o rossa. L'epidemia, dicono gli esperti, è «in una fase delicata che sembra preludere un nuovo rapido aumento di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite e implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti».
Zona rossa, criteri più severi: da metà mese sarà più facile chiudere
Discorso a parte per la scuola: il dpcm in vigore prevedeva il ritorno in presenza per i ragazzi delle superiori dal 7 ma già il governo aveva posticipato a domani e diverse regioni hanno rinviato ulteriormente la scadenza, chi al 18 gennaio chi al 25 e chi al 1 febbraio. Non è affatto escluso, dunque, che l'esecutivo decida di intervenire nel nuovo dpcm e posticipare il ritorno in classe almeno al 1 febbraio, per evitare che ogni regione vada in ordine sparso.
Saranno comunque, aperti supermercati, farmacie, edicole e tabaccai ma anche i negozi al dettaglio. Si potrà andare dal parrucchiere. Ci si potrà muovere liberamente all’interno del Comune di residenza tra le 5 e le 22. Sempre e solo all’aperto si potrà fare attività motoria e attività sportiva individuale. Sarà sempre consentito fare ritorno alla propria residenza. Dovrebbero, invece, rimanere ancora chiuse palestre e piscine. L'ipotesi su questo fronte è di legare aperture e chiusure al sistema delle fasce, con la possibilità di consentire gli allenamenti nelle regioni gialle, anche se prima dovrà esprimersi il Cts.