Voglia di gite scolastiche, voglia di normalità. Il tempo stringe, nei consigli di classe la parola "gite" era tabù fino a pochi giorni fa. E ora che dal 31 marzo da zona gialla torniamo - si spera - a bianca - i ragazzi ci provano, hanno voglia di stare assieme, di partire. Le scuole si interrogano perplesse, "si potranno fare - ammette Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma - il problema è se avranno l'animo per farle, con questa guerra che certo non spinge ad andare all'estero. In Italia sì, forse qualcosa si potrà fare, tutto sarà legato anche alla disponibilità dei genitori, il fatto che il nostro Paese abbia preso posizione, il rischio ritorsioni impensierisce".
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Niente settimana bianca
Il covid ancora tra noi, seppur i dati fanno sperare al meglio, la situazione internazionale che incute problemi di ordine psicologico.
Claudia Sabatano, preside del liceo scientifico Cavour di Roma spiega che "non sono state approvate gite si sta avviando un discorso per l'anno prossimo, stiamo solo vedendo se possiamo recuperare i vaucher annullati due anni fa, se possiamo riprororogarli ancora. Ci stiamo concentrando su settembre, sull'accoglienza, magari allora sarà più facile organizzare un viaggio, anche per cominciare bene". Alla preside del liceo scientifico Newton Cristina Costarelli vengono i "brividi" a parlare di gite, "Scherzo, l'argomento serpeggia, i ragazzi hanno portato l'argomento in consiglio di classe. Vorrei sottolineare che da parte della scuola non c'è alcun problema, o cattiva volontà. Ma i tempi, non ci sono, dietro le gite c'è un tale lavoro, penso solo ai tempi dei bandi, a tutto il percorso amministrativo, ai costi che saranno lievitati, ai genitori che saranno indecisi fino all'ultimo".
La preside del Righi Cinzia Giacomobono prende tempo: "Se finiscono le zone a colori, cominciamo a ragionare, attendiamo comunicazioni, attualmente siamo in zona gialla, attendiamo indicazioni anche sulla base dei contagi. Nel momento in cui ci troveremo dsvanti a una situazione nuova la affronteremo". E la preside del Vivona, Daniela Benincasa: "Sono tempi problematici tra covid e situazione a livello internazionale. Siamo tutti basiti e perplessi. Non vediamo l'ora che ripartano i nostri progetti di internazionalizzazione, siamo fiduziosi ma ora abbiamo altre priorità, peccato per questi ragazzi, che stanno soffrendo davvero, nonostante i nostri sforzi di fornire loro tutte le alternative possibili".
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