Cardinale Miglio: «Nessun timore per Meloni premier, l'Italia può farcela con qualsiasi governo»

Cardinale Miglio: «Nessun timore per Meloni premier, l'Italia può farcela con qualsiasi governo»
di Franca Giansoldati
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Sabato 27 Agosto 2022, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 16:49

È amareggiato per la caduta di Mario Draghi ma non ha paura di un eventuale governo guidato da Giorgia Meloni perchè «l'Italia è in grado di farcela con qualsiasi governo. Il copyright di questa frase non è mio, ripeto quello che ha detto Draghi a Rimini. Il nostro paese ha risorse e cultura, abbiamo una storia. La stessa arte di cui è ricca ci trasmette una cultura che si basa sul concetto di bene comune e solidarietà». Dei cinque cardinali italiani creati da Papa Francesco al Concistoro Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari, è sicuramente il più politico avendo organizzato per anni le Settimane sociali dei cattolici, sensibilissimo alle battaglie dei minatori del Sulcis, dei migranti - «che sono una risorsa» -  senza perdere d'occhio il tessuto produttivo del territorio. Prima di ricevere la porpora risponde alle domande del Messaggero e si rivolge al mondo politico in vista delle elezioni. «Serve più dialogo». 

La Chiesa è preoccupata per la sempre più ampia forbice tra ricchi e poveri e teme un autunno caldo....

«Sono anni che insistiamo sulla diffusione di un individualismo strisciante.

Si tratta di una visione che ci sta portando a non condividere, ci conduce lentamente ad una visione errata anche del concetto di libertà, che è una libertà 'dagli altri e non con gli altri'. In questa chiave la lettura la situazione non può che divenire problematica e come effetto porta ad un aumento tra poveri e ricchi. Questo si traduce nell'indebolimento delle classi medie, nell'ascensore sociale che smette di funzionare».

Un problema che è stato avanzato anche a Davos da un gruppo di super-miliardari che propongono una super tassazione. Che ne pensa? 

«Noi come Caritas facciamo assistenza, siamo il pronto soccorso sociale. Mentre il quadro che abbiamo davanti dovrebbe spingere a curare la malattia e costruire un tessuto realmente partecipe, aiutando tutti a riflettere su quello che è il modo di vivere la libertà. Questo significa che occorre superare il concetto di assistenzialismo. Se la libertà è solo di tipo individualista temo che anche la democrazia ne possa soffrire parecchio producendo il rischio di populismo».

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Secondo lei la Chiesa italiana è irrilevante come dicono?

«Non mi pare sia così irrilevante. E' una realtà diffusa su tutto il territorio, distribuita in varie aggregazioni e possiamo fare un lavoro di lievito, essere fermento. Far conoscere la Dottrina Sociale significa aiutare a ragionare sull'uomo, sul concetto di bene comune, sulla antropologia. Dobbiamo forse lavorare di più su questi temi». 

Che ne pensa di quei politici, per esempio Salvini, che usano la religione in campagna elettorale?


«Sono cose che possono mettere a disagio, io certamente non sfrutterei in questo modo i simboli religiosi, ma è sempre delicato entrare nella coscienza delle persone, piuttosto mi preoccuperei dell'aspetto culturale e sociale e della educazione che si sta diffondendo, su che cosa vuol dire bene comune e libertà, sulla differenza tra assistenzialismo e solidarietà. L'Italia avrebbe bisogno di riflettere su questi terreni». 

Sembra che lei stia criticando più i 5Stelle... 

«Non ho detto questo e in ogni caso sono sempre pronto a incontrare i leader politici. Chiunque. Ma dipende poi da loro se hanno voglia di incontrare me e altri vescovi. In ogni caso io sono disponibile a parlare di ciò che mi sta più a cuore: la Dottrina Sociale, il valore della persona, il concetto di libertà e di solidarietà. E senza dimenticare del grande tema dell'Europa». 

Teme l'astensionismo nelle elezioni del 25 settembre?

«Si perchè l'individualismo produce astensione e questo non fa bene alla democrazia partecipativa. I cattolici spero vadano tutti a votare. Votare implica assumersi una responsabilità».

Il prossimo governo potrebbe essere di centro destra e avere come leader Giorgia Meloni...

«Le voglio ripetere le parole che ha detto Draghi a Rimini alcuni giorni fa. L'italia è in grado di farcela con qualsiasi governo. Ha risorse e cultura, abbiamo una storia». 

Le è dispiaciuto quando è caduto Draghi?

«E' una persona che stimo tantissimo, spero che l'Italia possa usufruire in qualche modo della sua competenza in futuro e della sua capacità».

Calenda sembra stia lavorando a questo...

«Vedranno le istituzioni cosa fare. E' un uomo stimato anche da Papa Francesco».

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