Caro voli, Ryanair attacca il decreto. «A rischio l'operatività». Il Mimit: «Voi speculate, ecco le prove». L'Ue chiede chiarimenti all'Italia

Il ceo Wilson: stretta ridicola, a rischio l’operatività. Ma secondo l’Antitrust rincari anche fino al 700%. L'Ue chiede chiarimenti all'Italia

Caro voli, Ryanair: «Mai fatto cartello sui prezzi». Stupore Mimit: «Evidenze su profilazione biglietti». Ue chiede chiarimenti all'Italia
di Giacomo Andreoli
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Mercoledì 9 Agosto 2023, 14:46 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 07:06

Provvedimento «ridicolo», «illegale», «populista» e in stile soviet «come Mosca nel 1917». E la replica: «sembra evidente che ci sia la speculazione sui prezzi». Sulla stretta del governo agli algoritmi delle compagnie aeree per provare a limitare il caro-voli è scontro totale tra esecutivo e Ryanair. Con l’intervento da parte della Commissione Ue per chiedere chiarimenti. Ieri il botta e risposta durissimo tra il governo e la più nota tra le low cost sulle misure contenute nell’ultimo decreto “Asset e investimenti”. La compagnia aerea è finita nel mirino dell’esecutivo assieme ad altre società per i costi spropositati dei biglietti in Italia negli ultimi mesi, soprattutto verso Sardegna e Sicilia

Decreto biglietti aerei, stretta sui voli verso le isole ma le compagnie protestano: «Violate le norme Ue»

Il botta e risposta

L’amministratore delegato Eddie Wilson aveva incontrato in mattinata il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, criticando apertamente il decreto, anche per il presunto contrasto con alcune norme Ue. Il ministro si era detto pronto a vedere anche i numeri uno delle altre compagnie coinvolte, aprendo a possibili modifiche al decreto in fase di conversione in legge da parte del Parlamento. Ma a Wilson non è bastato. L’ad qualche ora dopo ha lanciato le accuse, aggiungendo che qualsiasi ipotesi di «cartello» per aumentare i prezzi, come era stato ventilato dal presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, è «spazzatura». Poi la minaccia: saranno possibili conseguenze «sull’operatività della compagnia in Italia», proprio a partire dalle tratte per «Sicilia e Sardegna».
Attacchi inattesi, che hanno scatenato l’ira del governo, soprattutto perché arrivati dopo un’apertura, almeno in pubblico, al dialogo. A rispondere è stato Schifani. «Wilson - ha detto - spieghi a milioni di siciliani se non è scandaloso l’atteggiamento di chi approfitta di una situazione di mancata concorrenza, quasi di monopolio, per vessare una popolazione con prezzi esorbitanti. Spazzatura sono queste condotte».
Nel bel mezzo della polemica, poi, l’intervento di Bruxelles, che vuole leggere il contenuto preciso del decreto una volta in Gazzetta Ufficiale e scongiurare il possibile contrasto con le regole europee del settore, in particolare quella che consente alle società dell’Ue di scegliere le rotte sulle quali operare e fissare liberamente le tariffe per il trasporto passeggeri e merci.

Un portavoce della Commissione ha spiegato che «la libera fissazione dei prezzi è di solito la miglior garanzia di prezzi accessibili nel mercato aereo e solo in casi specifici l’Ue consente la regolamentazione delle tariffe». Fonti del ministero delle Imprese precisano però che tutto ciò rientrerebbe nell’ambito del «consueto dialogo tecnico tra uffici» e che «sarà fornito ampio supporto dall’Italia».

 

Le regole

Il decreto varato del governo vieta la «fissazione dinamica» dei prezzi dei biglietti, modulati in relazione al tempo della prenotazione, per le rotte nazionali con le isole. Lo stop, però, è previsto solo se il rincaro avviene o durante un periodo di picco di domanda o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale, e se l’aumento porta a un prezzo di vendita del 200% superiore alla tariffa media del volo. Viene inoltre considerata «pratica commerciale scorretta» l’utilizzo di procedure automatizzate, basate su attività di profilazione web dell’utente, per far salire le tariffe da e per le isole.
A prescindere dall’eventuale criticità legale del decreto, comunque, che qualcosa non vada è evidente. Leggendo il provvedimento con cui l’Antitrust a fine dicembre 2022 apriva un’indagine su varie compagnie, tra cui, oltre alla low cost irlandese, anche Ita Airways, Wizz Air e Easyjet, emerge che il prezzo medio del volo da Milano verso Catania e Palermo era di 201 euro, oltre il 700% del prezzo che si registra nel periodo dopo le festività. Sempre l’Agcm ha indicato come questo incremento possa derivare da un comportamento collusivo tra i vettori aerei, probabilmente facilitato dall’utilizzo di algoritmi. A Pasqua del 2023, poi, si sono registrati aumenti annui fino al 300% sui voli per le isole. Infine, dopo il faro acceso a luglio dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, sono emersi dati che mostrano balzi estivi sui prezzi anche del 70%, sempre su base annua. Nel frattempo il prezzo del carburante è sceso di circa il 45%.
Tutto ciò fa dire a fonti del Mimit che «il libero mercato in questa vicenda c’entra poco o nulla, mentre sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza e il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta».

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