M5S frena la Lega sullo spacca-Italia: prima piano per il Sud

M5S frena la Lega sullo spacca-Italia: prima piano per il Sud
di Simone Canettieri
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Venerdì 21 Giugno 2019, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 16:05
Due partiti, due velocità ma un unico provvedimento. Il ministro Erika Stefani in incontra il premier Conte ed esulta per le «fasi finali» dell'Autonomia differenziata che «è stata incardinata». Matteo Salvini, leader della Lega, riceve al Viminale il governatore Luca Zaia e lo rincuora sull'iter della controversa riforma che rischia di spaccare l'Italia. La linea dei vertici di via Bellerio è: il disco verde ci sarà già nel prossimo consiglio dei ministri. «Indietro non si torna», dice Salvini.
Fin qui il Carroccio, poi c'è il fronte M5S. Che frena e chiede «un tavolo tecnico» a Palazzo Chigi prima di dare il via libera alla nuova bozza della pre-intesa (che al momento nessuno ha visto) sulla riforma che conferisce poteri alle regioni (tre quelle coinvolte: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna).

L'AFFONDO
Il vicepremier Luigi Di Maio dice: «Va bene, ma va affrontata assieme a un Piano del Sud». Parole che arrivano dopo quelle di Barbara Lezzi, ministro con la delega alle politiche per il Sud, reduce dall'inciampo nel decreto Crescita che secondo un emendamento (poi stralciato) avrebbe trasferito alle regioni, attraverso il decreto Crescita, la gestione del Fondo per lo sviluppo e coesione (Fsc). «Non esiste un via libera diretto o indiretto, o c'è o non c'è. L'Autonomia noi la stiamo rivedendo insieme ai colleghi della Lega in modo che non ci siano differenze tra Nord e Sud. Noi - dice Lezzi - stiamo rivedendo l'accordo fatto dal governo precedente con maggiori principi di equità».
E se le dichiarazioni della grillina sembrano una risposta alla collega Stefani, c'è anche un altro nodo per il momento non sciolto. Dopo l'incontro a Palazzo Chigi, il ministro Affari regionali annuncia che nell'accordo con Conte «è stata condivisa la necessità di un passaggio preliminare - alla firma - del testo delle intese nelle commissioni parlamentari». I presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, però non si vedono da un mese e sull'iter della riforma al momento non c'è un'intesa. Fico ha sempre sostenuto pubblicamente che l'Autonomia debba essere studiata e approfondita dal Parlamento, alle stregua di un disegno di legge.

GLI SCENARI
Salvini ha il problema del Veneto, con la base della Lega, anzi della Liga, che scalpita capitanata da Luca Zaia in virtù del successo nel referendum del 2017. Una dinamica regionale che si riverbera anche nei nuovi equilibri del partito di via Bellerio, sempre più a trazione nazionale. Di Maio prova a tamponare l'alleato, consapevole che dovrà cedere se vuole che il governo vada avanti. Intanto però il leader M5S dice che il punto «è politico» e riguarda la necessità per il Paese «di un grande Piano per il Sud», perché «all'Italia tutto serve tranne un ulteriore divario tra Nord e Sud».
I problemi tecnici, che la Lega chiama ostacoli, si concentrano soprattutto nei ministeri grillini. Questione di competenze da cedere: rimangono i dubbi di Infrastrutture, Cultura e Ambiente. Mentre sulla Sanità Giulia Grillo sembra aver aperto: su undici punti in discussione, nove sono passati, assecondando le richieste del Veneto, questo è quanto trapela da fonti della Lega. Di Maio però frena e spinge verso un'altra direzione: è pronto a portare avanti un piano parallelo per lo Sviluppo del Sud.
 
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