«Fino a quando non scopriremo il nome di questo genio militare che ha posizionato il battaglione tattico vicino al fiume, e lui non risponde pubblicamente di questo, non ci saranno riforme nell'esercito». Con questo post al vetriolo su Telegram, pubblicato un anno fa, Vladlen Tatarsky criticava l'inefficienza delle forze armate russe in Ucraina.
Il blogger ultranazionalista russo rimasto ucciso oggi in un attentato in un caffè a San Pietroburgo si chiamava Maksim Fomin, e utilizzava lo pseudomino di «Vladlen Tatarsky» (un nome che deriva da un grande romanzo di Viktor Pelevin).
Con una lunga esperienza di guerra nel Donbass dal 2014 al 2015, al fianco dei separatisti del Donetsk, era diventato uno dei blogger militari filo-Mosca più seguiti, con centinaia di migliaia di follower, ed era considerato molto vicino al capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin.
La cerimonia con Putin
L'agenzia Tass di lui ha detto che dall'inizio della guerra in Ucraina «analizzava quotidianamente il corso dell'operazione e dava consigli ai mobilitati».
«L'offensiva nel Donbass - osservava Tatarsky - è ostacolata non solo dalla mancanza di informazioni efficaci dai droni ma anche dalla mancanza di generali di livello». Tatarsky era stato invitato al Cremlino in occasione della cerimonia con cui Vladimir Putin firmò l'annessione unilaterale delle quattro regioni ucraine del Donbass (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia) lo scorso settembre. In quell'occasione, ricorda la Tass, il blogger girò un video del discorso del presidente russo.
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