Sabrina Ferilli presenta “Gloria”: «La mia satira è pop. Sanremo? Non lo condurrei mai»

L’attrice presenta la fiction “Gloria” su Rai1 il 19, 26 e 27 febbraio: l’ironia contro i pregiudizi del cinema italiano

Sabrina Ferilli presenta “Gloria”: «La mia satira è pop». Trama e quando va in onda
di Ilaria Ravarino
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 07:53

Quando si dice un vestito tagliato su misura. Perché per riuscire nell’impresa serviva un’attrice con tre doti precise: status consolidato, fascino indiscutibile e soprattutto – qualità piuttosto rara nel mondo dello spettacolo - una grande, anzi grandissima, dose di autoironia. Missione compiuta dunque per Sabrina Ferilli, 59 anni, mattatrice unica della miniserie in tre parti Gloria, in prima serata su Rai1 il 19, il 26 e 27 febbraio negli scomodi panni di un’attrice sul viale del tramonto, narcisa ed egoista, egocentrica e capricciosa. «Un ruolo molto diverso da quelli che ho spesso raccontato», ha detto lei in conferenza stampa a Roma, «una specie di canaglia, una donna molto audace e autonoma. L’unico personaggio che un po’ le si avvicina, per scorrettezza politica, è quello che ho interpretato in Tutta la vita davanti (il film del 2008 di Paolo Virzì, ndr)». 

LO STAR SYSTEM
Nelle mani di Fausto Brizzi, regista della serie che per lei ha scritto il personaggio, Ferilli dà vita a una credibile versione in negativo di un’insopportabile stella dello star system italiano, in un’operazione a metà tra il meta-cinema di Chiami il mio agente! e Viale del tramonto.

Invidiosa delle colleghe (sul suo libro nero c’è l’eternamente giovane Monica Bellucci) e convinta di poter interpretare qualsiasi ruolo, incluso quello di una chef milanese da sette generazioni («Io non ho l’accento romano, la mia è una leggera cadenza», dice il personaggio), in lei c’è anche qualcosa di molto umano. Dopo aver interpretato per quattro stagioni la protagonista di una fiction dal 30% di share, una specie di Dottoressa Giò amatissima dal pubblico («Mi guardi: le sembro una gastroenterologa, io?», sbotta all’ennesimo consiglio medico che le chiede un fan), Gloria ha lasciato la tv per darsi al cinema, «il luogo delle vere dive». Peccato che in cinque anni l’unica cosa che le abbiano offerto è la pubblicità di una crema antirughe alla bava di lumaca: i ruoli migliori, del resto, «li danno tutti alla Gerini». 

IL RITORNO
Per Ferilli, «Gloria è un’attrice di mezza età in un momento storico in cui il merito, l’esperienza, la cifra lavorativa non contano nulla rispetto al marketing del sentimento o alla politica del dolore di chi cavalca il racconto della malattia dei lutti e delle tragedie». E infatti, pur di tornare al centro dell’attenzione, Gloria farà qualcosa di terribilmente meschino e straordinariamente efficace, sfruttando una malattia – vera o presunta si scoprirà al termine del primo episodio – per strappare copertine e consenso popolare. «In questa fiction diciamo una cosa molto seria, ma in forma di commedia, in chiave pop», specifica l’attrice, affiancata da Massimo Ghini nella parte del suo diabolico agente e dalla servizievole assistente personale Iole (Emanuela Grimalda). 

I CAMEO
«Oggi vedo attrici sessantenni e settantenni che sono protagoniste di grandi storie, molte delle quali vincitrici di Oscar. Ma c’è ancora tanto da fare per abbattere i pregiudizi. Gloria però rimane fuori dal giro non tanto per gli anni che ha, ma per quello che va di moda oggi: i social, la semplificazione, l’esposizione del dolore. È tutto semplificato: per esprimersi basta un dito con il pollice su o giù. Una cosa pericolosa, perché gli esseri umani sono molto più complessi. Di su e giù non c’è niente nella vita vera, a parte le scale». Nel corso della prima puntata anche un cameo di Sergio Rubini nella parte di se stesso, perseguitato dall’agente di Gloria che vorrebbe imporgli la sua assistita per un film (spoiler: il ruolo andrà a Monica Bellucci, ovviamente), e tanti riferimenti a personaggi del cinema italiano, tra cui Fabrizio Bentivoglio e Ferzan Özpetek. 

I PROGETTI
Quanto alla possibilità di una seconda stagione, «mi concentro su una cosa per volta, adesso vediamo prima come va questa», dice Ferilli, dal 7 marzo anche al cinema con Paolo Virzì in Un altro Ferragosto. L’attrice ha messo le mani avanti di fronte all’idea di un possibile esordio da regista, «non fa per me e non sarei all’altezza», ammettendo di non avere alcun interesse nemmeno per l’eventuale conduzione di Sanremo, sul cui palco è apparsa pochi giorni fa: «Non sono capace, è una cosa enorme, non saprei da dove iniziare. A ognuno il suo mestiere. Ma sinceramente, dopo Amadeus, voglio vedere chi è il pazzo che se lo prende».

© RIPRODUZIONE RISERVATA