Pino Insegno in Rai con l'Eredità e Il Mercante In Fiera: «Le polemiche? Per me parla la mia storia»

Per il presentatore tv due i programmi inseriti nei nuovi palinsesti della rete pubblica: «Devo dimostrare in campo quello che valgo, sono 40 anni che faccio questo mestiere»

Pino Insegno in Rai con l'Eredità e Il Mercante In Fiera: «Le polemiche? Per me parla la mia storia»
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Venerdì 7 Luglio 2023, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 07:46

«Le polemiche? Non vedo polemiche. La polemica sarebbe rispondere. Anch'io leggo i giornali, mi diverto a sentire cose che non sono mai uscite dalla mia bocca. Ma devo dimostrare in campo quello che valgo, sono 40 anni che faccio questo mestiere». Pino Insegno è il volto forse più atteso tra le decine di talent che affollano il red carpet della serata dedicata alla presentazione della nuova offerta Rai, a Napoli, che lo vede tornare con un doppio impegno: a settembre nell'access prime time di Rai2 con Il Mercante In Fiera e dal 1 gennaio nel preserale di Rai1 con L'Eredità.

Pino Insegno: «La mia storia è visibile a tutti»

«La mia storia è visibile a tutti, è quella che parla per me», sottolinea mentre gli si assiepano intorno cronisti e telecamere.

E alla domanda se la premier Meloni gli abbia fatto l'in bocca al lupo, allarga le braccia e risponde con una risata. «Sono esattamente 40 anni, a giugno, dal primo provino. Garinei, Verde e Siena mi videro nell'Allegra Brigata e Bramieri ci scelse per fare il sabato sera di Rai1. Ora è il 2023, e mi sembra giusto ricordare anche le quasi duemila puntate con la Premiata Ditta». Il segreto, spiega, è affrontare gli impegni «non come se fosse l'ultima danza, ma come se fosse sempre la prima volta. Ho doppiato più di 400 film, la prossima settimana doppierò Jamie Foxx e lo farò come se fosse il primo giorno». Si tratta di «un modo rispettoso di porsi nei confronti del pubblico. Quando ero ragazzino mi guardavo intorno al semaforo rosso per capire se gli altri mi riconoscevano. 'Sì, sono io', pensavo. Sono come un bambino da questo punto di vista. Mi dispiacerà il giorno in cui non mi riconosceranno più».

 

La carriera

La sua vita «è stata sempre faticare, dimostrare. Faticai anche al primo provino da doppiatore, perché ero considerato un comico. Anche quando iniziai a fare il presentatore, a condurre i quiz, mi facevano notare che ero un comico. Ho sempre cercato di fare del mio meglio e non ho mai sbagliato: anche allo Zecchino d'oro, e ne ho fatti quattro, ho centrato il record di ascolti. L'importante è fare bene il proprio mestiere, la gente ti vuole bene a prescindere, non è che uno lavora in teatro solo perché conosce il padrone del teatro». Nessun ritorno clamoroso, dunque, sottolinea: «Il preserale? L'ho già fatto, non è passato molto tempo da quando ho condotto 500 puntate di Reazione a catena. E la prima serata di Rai1 la conosco bene... Ho fatto anche Pronto chi gioca, Domenica in, quest'anno raggiungerò le duemila puntate in tv». L'obiettivo del Mercanteinfiera su Rai2 è «portare l'attenzione su una rete che magari in questo momento non brilla: l'idea ci era venuta con il compianto Ludovico Di Meo, per provare a fidelizzare un pubblico alternativo al Tg1 e al Tg5. E il Mercante, che ha avuto successo sulle reti Mediaset, ci sembrava il format giusto. Siamo come una squadra che non lotta per lo scudetto o per le coppe, ma punta a fare un buon campionato». A gennaio poi all'Eredità prenderà il posto di Flavio Insinna: «È un passaggio di testimone. Ma nessuno si è mai chiesto dopo 500 puntate di preserale perché non ci fossi più io...».

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