«Le polemiche? Non vedo polemiche. La polemica sarebbe rispondere. Anch'io leggo i giornali, mi diverto a sentire cose che non sono mai uscite dalla mia bocca. Ma devo dimostrare in campo quello che valgo, sono 40 anni che faccio questo mestiere». Pino Insegno è il volto forse più atteso tra le decine di talent che affollano il red carpet della serata dedicata alla presentazione della nuova offerta Rai, a Napoli, che lo vede tornare con un doppio impegno: a settembre nell'access prime time di Rai2 con Il Mercante In Fiera e dal 1 gennaio nel preserale di Rai1 con L'Eredità.
Pino Insegno: «La mia storia è visibile a tutti»
«La mia storia è visibile a tutti, è quella che parla per me», sottolinea mentre gli si assiepano intorno cronisti e telecamere.
La carriera
La sua vita «è stata sempre faticare, dimostrare. Faticai anche al primo provino da doppiatore, perché ero considerato un comico. Anche quando iniziai a fare il presentatore, a condurre i quiz, mi facevano notare che ero un comico. Ho sempre cercato di fare del mio meglio e non ho mai sbagliato: anche allo Zecchino d'oro, e ne ho fatti quattro, ho centrato il record di ascolti. L'importante è fare bene il proprio mestiere, la gente ti vuole bene a prescindere, non è che uno lavora in teatro solo perché conosce il padrone del teatro». Nessun ritorno clamoroso, dunque, sottolinea: «Il preserale? L'ho già fatto, non è passato molto tempo da quando ho condotto 500 puntate di Reazione a catena. E la prima serata di Rai1 la conosco bene... Ho fatto anche Pronto chi gioca, Domenica in, quest'anno raggiungerò le duemila puntate in tv». L'obiettivo del Mercanteinfiera su Rai2 è «portare l'attenzione su una rete che magari in questo momento non brilla: l'idea ci era venuta con il compianto Ludovico Di Meo, per provare a fidelizzare un pubblico alternativo al Tg1 e al Tg5. E il Mercante, che ha avuto successo sulle reti Mediaset, ci sembrava il format giusto. Siamo come una squadra che non lotta per lo scudetto o per le coppe, ma punta a fare un buon campionato». A gennaio poi all'Eredità prenderà il posto di Flavio Insinna: «È un passaggio di testimone. Ma nessuno si è mai chiesto dopo 500 puntate di preserale perché non ci fossi più io...».