Paola Barale: «La mia storia con Raz Degan? Mi diverte che ancora se ne parli. Ora non ce la farei mai ad avere un uomo per casa»

La giurata della “Pupa e il Secchione” sarà da mercoledì su Italia1. «Oggi si fanno solo reality, ne ho rifiutati tanti. E vivo bene lo stesso»

Paola Barale: «La mia storia con Raz Degan? Mi diverte che ancora se ne parli. Ora non ce la farei mai ad avere un uomo per casa»
di Massimo Galanto
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Domenica 7 Aprile 2024, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 12:02

«All’inizio mi sembrava un programma poco rispettoso nei confronti delle donne, uno di quelli che non avrei guardato volentieri». Nel 2010, Paola Barale affianca Enrico Papi alla guida del reality La Pupa e il Secchione. Le critiche si sprecano per una trasmissione che punta su ragazze bellocce poco acculturate e ragazzi bruttini colti: «Non volevo condurlo. Mediaset mi corteggiò, un dirigente mi disse: “Capisco che tu, da donna, non voglia essere rappresentata dalla categoria delle Pupe, ma lo stesso vale per noi uomini”. Questo mi spinse a guardare il programma con occhi diversi. Non c’è alcun intento giudicante. Il format sfrutta luoghi comuni, usa belle ragazze un po’ leggere e ragazzi molto intelligenti. Ma non ce li siamo inventati, esistono». Da mercoledì 10 aprile Paola Barale sarà tra i giudici della sesta edizione de La Pupa e il secchione, in prima serata su Italia 1, con Aldo Montano e Candida Morvillo.


Nel 2010 co-conduttrice, nel 2024 giurata, Papi confermato conduttore. Una retrocessione?

«Magari lo è, ma io sono felice così, da giudice mi diverto di più.

La responsabilità del buon esito del programma è in mano a Papi (ride, ndr)». 

Diciotto concorrenti, tra i 19 e i 28 anni, suddivisi in nove coppie. Cosa dobbiamo aspettarci? 

«Un programma leggero e divertente. In questo periodo staccare fa bene». 

Ha lavorato con Bongiorno, Costanzo, Vianello, Mondaini, Scotti e Fiorello. Come mai non ha un programma tv tutto suo?

«Forse c’è chi li conduce meglio di me. O probabilmente ho detto dei no che non dovevo dire e di cui però non sono assolutamente pentita. Ho rifiutato molti reality. Ma non solo. Non faccio le cose che non mi piacciono. Sono appagata, sto bene. La gente se per un po’ non ti vede in tv pensa che tu sia morta o disperata. Non è così. Fuori dalla tv c’è un mondo meraviglioso». 

“Buona Domenica” su Canale 5: condusse dal 1996 al 2001, dal 2005 al 2006. Che tempi.

«Non ci sono più programmi di puro intrattenimento, è cambiata la tv. Oggi sono quasi tutti reality. Nulla contro, ma di andare a farmi spremere e tirare fuori il peggio di me, no, grazie». 

Tornerà a “La Talpa”, di cui è stata inviata nel 2008 e che dovrebbe essere prevista nei palinsesti della prossima stagione Mediaset? 

«Magari. Non come conduttrice. Mi candido come inviata. Se non mi vorranno, io comunque lo guarderò, è uno dei pochi reality che mi piace». 

Nel 2015 ha partecipato a “Pechino Express”, più di recente a “Ballando con le stelle”. 

«A Ballando non ho avuto la possibilità di esprimermi come avrei voluto. Però mi è piaciuto farlo, è un programma bello, anche se mi piaceva di più una volta, oggi mettono in piazza i problemi personali dei personaggi. Non fa per me, io ho senso del pudore. Non mi è mai piaciuto raccontare i fatti miei in giro. Ballando a 55 anni mi ha tirato fuori un’energia che sembrava sopita e la voglia di ballare. Oggi continuo a farlo, prendo lezioni e potrei ballare anche cinque ore di seguito. Detto ciò, tra Pechino e Ballando, tutta la vita Pechino».

Con il libro “Non è poi la fine del mondo” (Sperling & Kupfer) ha ispirato una mozione di legge per garantire screening e assistenza sanitaria gratuita alle donne in menopausa. 

«La mozione di legge è ferma, al momento per il sistema sanitario nazionale ci sono altre urgenze. È fondamentale che il progetto vada avanti».

Il tabù della menopausa adesso è superato?

«Senza presunzione, ma il libro è servito. Tante persone, donne e uomini, adesso scrivono e parlano di menopausa. Prima non succedeva. Il libro è arrivato al momento giusto, anzi forse siamo anche in ritardo. C’è poco di cui imbarazzarsi qui». 

“Sosia di Madonna”, “ex moglie di Gianni Sperti”, “ex compagna di Raz Degan”. Quale tra queste definizioni la disturba maggiormente? 

«Nessuna. Mi diverte che dopo tanti anni ancora se ne parli. Sosia di Madonna ci sono nata, non posso farci niente, sulle altre potevo farci un po’ di attenzione (ride, ndr)». 

Un imprenditore di Parigi la ingaggiò per uscire, da sosia di Lady Ciccone, da una torta.

«Se non avessi iniziato come sosia di Madonna, non avrei fatto questo mestiere. Devo molto alla somiglianza con Madonna, che non sempre vedo». 

Con la Madonna di oggi la vede? 

«La Madonna di oggi non assomiglia neanche più a se stessa (ride, ndr)».

Dal 9 al 19 maggio al teatro Golden di Roma sarà Maria Teresa, una scrittrice di romanzi rosa in “Tris di cuori”, con Simone Montedoro.

«Il teatro è terapeutico, mi piace. Rispetto al mondo della tv, gira meno denaro, ti riporta coi piedi per terra (si interrompe, ndr). Mi scusi, sto preparando la valigia e il mio cane, Rosita, si mangia qualsiasi cosa... ha appena compiuto un anno. L’abbiamo adottata un mese e mezzo fa».

Dice “abbiamo” perché ha un compagno?

«Mi sono sbagliata». 

Si è fidanzata? 

«No, per carità, non ce la farei ad avere un uomo per casa. Certo, per anni ho detto anche che non volevo cani. È un segnale, forse mi sto aprendo di nuovo alle emozioni».
 

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