Amedeo Minghi fede innamorare a Sanremo Pippo Baudo e Katia Ricciarelli. Come? Cantando Il profumo del tempo", una canzone meravigliosa ma fuori gara. Non la prima, non l'ultima. «Di canzoni galeotte ne ho scritte molte. Tant’è che 5 membri della band e del mio staff hanno sposato fan conosciute durante i tour. Così oggi sono circondato dal frutto delle mie canzoni. E non manca “la musica da acchiappo” quella che favorisce il primo bacio...».
E di amore Amedeo vive ancora oggi.
Le due figlie Alma e Annesa? «Sono un’altra cosa indescrivibile». Lei è nonno? «Di un ragazzo alto e bello di 20 anni e di una nipotina di 5 anni. Una perla che mi adora. Non è il quadretto della Barilla, ma ci assomiglia»
Fu il primo a realizzare e pubblicare una canzone su papa Wojtyla intitolata «Un uomo venuto da lontano», brano davvero struggente sulla vita e il pontificato del vescovo di Roma. Al Corriere della Sera Minghi ricorda la sua esibizione. «Venni invitato a cantare alla salaNervi con l’orchestra e il coro diretti da monsignor Marco Frisina, nell’ambito di una celebrazione del sacerdozio del Papa. Cosa non frequente, seguì personalmente il concerto, nel quale avevo incluso, riarrangiata e riscritta, anche “Un uomo venuto da lontano”. Alla fine il Papa mi fece un sacco di complimenti e mi chiese il testo del brano, perché non aveva capito bene tutte le parole».
Ha lavorato con Bacalov, Morricone, Mogol, Pasquale Panella, Gaio Chiocchio, poeta straordinario. Ma anche con Katia Ricciarelli, Rita Pavone e Mietta: «Fu un trionfo, il “Trottolino amoroso”: 500 mila copie vendute». Ma anche tante collaborazioni fortunate con Marcella Bella, Anna Oxa, Marisa Sannia, Gianni Morandi e Andrea Bocelli.
E Califano? «Ci ho lavorato in passato. E in qualche modo ci lavoro ancora. È uscito “Sarò franco” un album di inediti di Califano. Dove io ho composto la musica e cantato l’inedito “La mia eredità”».
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