A un certo punto, ieri, Marta Fascina ha staccato il telefonino perché aveva ricevuto troppe telefonate, troppi «un bacio per il Presidente, e in bocca al lupo», troppi messaggi di auguri di pronta guarigione, di lamenti («E adesso come faremo?»), di scongiuri e comunque di infinito affetto per Silvio Berlusconi. Il quale, dall’altra parte del vetro del reparto di terapia intensiva, ha parlato più volte al telefono con Marta, le ha detto «sei la mia rosa, sei il mio tulipano», e lei: «Amore mio, andrà tutto bene». In risposta, un sorriso, il sorriso di Silvio, e se il Cav non sorridesse almeno leggermente anche in momenti così difficili - e mai negli ultimi anni la situazione per lui è stata tanto seria: una polmonite è una polmonite e per chi ha problemi di cuore ogni allarme è più che giustificato - non sarebbe più lui.
LE TELEFONATE
Nel telefono di Marta che verso sera è diventato muto c’è tutta la centralità di Fascina, della quasi consorte (anzi lui la chiama «Mia moglie») con al dito anche ieri l’anello nuziale di Damiani come totem e portafortuna, che in questa circostanza sta agendo da tramite universalmente accettato tra famiglia e partito, tra famiglia e governo (i ministri chiamano lei per sapere lui come sta), tra famiglia e azienda e perfino tra famiglia e società intesa come la società di calcio del Monza, guidata da Adriano Galliani insieme a Berlusconi.
IL DOLORE
Sgarbi, che si sente uno di casa e un po’ lo è, così come un Salvini dolente e preoccupato, assicura: «Silvio risorgerà a Pasqua. Solo lui poteva fare questo colpaccio!». Ma scherza Vittorio, cercando di alleviare il dolore personale e di gruppo. Berlusconi il suo dolore in petto lo ha esternato anzitutto a Marta ed è stata lei, insieme a un corteo di auto presidenziali, ad accompagnare Berlusconi al San Raffaele. Dove ha deciso di trascorrere la prima notte a pochi metri dal suo amore, mandandogli sorrisi e facendogli vedere fiori. E magari chissà, tra una telefonata alla madre, al papà e al fratello (occhio, i Fascina ormai sono di casa a casa Berlusconi) e all’amico del cuore Tullio Ferrante - sottosegretario alle Infrastrutture, responsabile adesioni del partito e in prospettiva anche molto di più dentro Forza Italia - nella lunga prima notte avrà ascoltato le canzoni napoletane di Passione, l’adoratissimo film di John Turturro sulla storia della musica partenopea su cui lei ha fatto la tesi di laurea e che ha fatto immensamente amare pure a Silvio.
IL POTERE DELLE DONNE
Marina vigila come al solito e più del solito e a parlare con il professor Zangrillo è soprattutto lei. Marta smista il traffico affettivo e, al di qua del vetro, massaggia il cuore del suo amato come sa fare solo lei. E il potere delle donne è quello su cui sta confidando il Cavaliere, nel momento del bisogno.