Manuel Bortuzzo: «Nel giorno più brutto festeggio la rinascita. E ora sogno le Olimpiadi»

Cinque anni fa l'agguato per errore: perse l'uso delle gambe. La data della sparatoria tatuata sulle gambe: «Ho reagito con forza e sorriso»

Manuel Bortuzzo: «Nel giorno più brutto festeggio la rinascita. E ora sogno le Olimpiadi»
di Sergio Arcobelli
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 08:02

Il giorno in cui è sopravvissuto è anche il giorno della rinascita. La notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019, il nuotatore Manuel Bortuzzo, oggi 25enne, mentre si trovava davanti a una tabaccheria del quartiere Axa a Roma, dove aveva accompagnato la fidanzata, è stato raggiunto da un colpo di pistola alla schiena. «Lesione parziale del midollo spinale», fu la diagnosi dei medici. Più avanti, si sarebbe scoperto che si era trattato di un attentato mafioso e che Manuel, vittima innocente di uno scambio di persona, non era il vero obiettivo. Da quella sera maledetta, però, Bortuzzo è costretto a stare sulla sedia a rotelle. Ma è sempre stato un combattente e, dopo aver tatuato proprio sulla schiena la data del 03-02-2019, ha voluto riprendersi la vita che ha rischiato di perdere, anche se in un'altra condizione.

Manuel, cosa farà oggi?
«In questo giorno cerco sempre di fare qualcosa di diverso, insieme al mio migliore amico Alex. Penso tra me: sono fortunato di vivere questo nel giorno più brutto dell'anno. Quando mi vedo quel giorno felice, facendo qualcosa di bello, sono contento davvero. Peccato che la ricorrenza sia a febbraio e che non si possa andare al mare».

Senza quell'incidente, forse non avremmo conosciuto Manuel Bortuzzo. Come fa a essere sempre sorridente e ottimista?
«È il mio carattere. Sono fatto così di natura. Quello che è successo non posso cambiarlo. Certo, avrei voluto diventare famoso in altro modo».

È diventato personaggio per la sua storia piena di coraggio.
«Mi fa piacere che la gente mi fermi per strada o mi scriva semplicemente dei messaggi per ringraziarmi. Vorrei che coloro che stanno attraversando un momento difficile non si sentano soli. Grazie al mio esempio, alcune persone sono tornate a fare sport e si sono rimesse in gioco. Mi rende orgoglioso».

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Ripensando a quella notte, all'agguato per il quale i due aggressori sono stati condannati a 14 anni, qual è il suo pensiero?
«Non è cambiato il mio pensiero, come non è cambiato quello che ho sempre detto in questi anni. Quando succedono cose del genere, ci sono due strade da prendere: abbattersi o andare avanti con il sorriso e la forza. E io ho scelto la seconda».

Dopo essersi svegliato dal coma, cosa si ricorda di quei giorni in ospedale?
«La voglia di pizza. Non mi ero reso conto di quanto fosse cambiato il mio corpo. Per questo ho detto all'infermiere: datemi qualcosa di buono, basta cose di ospedale. E mi hanno portato una pizza con patatine e guanciale. Ero il più felice del mondo».

Prima di quel 2 febbraio, lei si allenava con Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e Ilaria Cusinato al Centro Federale di Ostia. Com'è cambiato il vostro rapporto?
«Siamo rimasti in contatto: è un legame che rimarrà per sempre.

In questi giorni volevo scrivere a Greg per organizzare una cena, ma è impegnato con i Mondiali».

A proposito di Mondiali, lei ha strappato la prima convocazione nella Nazionale italiana e al debutto ha ottenuto a Manchester un quinto posto.
«Già, ho esordito nel mondo paralimpico. Ho pagato un po' di inesperienza nella mia prima gara internazionale, però alla fine sono contento di com'è andata. So che posso scendere e che il tempo di qualificazione nei 100 rana per la Paralimpiade di Parigi è alla portata».

Come procede il percorso verso la Francia?
«Ho appena finito di fare palestra e sono già distrutto. E devo ancora tuffarmi in piscina. Parigi è ancora lontana, ma farò tutto il possibile per meritarmela».

Dove si allena?
«Al Centro sportivo della Polizia a Tor di Quinto. Devo ringraziare le Fiamme Oro e Francesco Bonanni che mi allena e con cui riusciamo a conciliare la fatica e il piacere di stare insieme. Non mi pesa venire ad allenarmi anche quando non ho voglia».

Quanto è stato difficile ripartire?
«Reimparare a nuotare non è stato semplice. Adesso voglio nuotare a tutti i costi e ci sto mettendo tutto me stesso. Oltre a Francesco devo ringraziare anche Aldo Montano, che mi ha introdotto nella nuova vita tuffandosi in acqua con me».

La piscina che luogo è?
«Mi dà una sensazione di libertà, è il posto dove vorrei stare sempre. Lì sono felice anche quando magari non sto bene. È un po' la cura a tutto».

La musica, invece, che ruolo ricopre nella sua vita?
«Ho iniziato a suonare la batteria a 7 anni. Adesso suono il pianoforte, che accompagno con la chitarra. Sto prendendo anche lezioni di musica classica con un maestro».

È vero che uscirà un nuovo libro?
«Sì. Rispetto al primo Rinascere, che era un lancio di un nuovo mondo, adesso voglio raccontare il progetto della mia vita».

In questa sua fase di vita, che cosa si augura?
«Spero arrivino cose belle, spero che porti a dei risultati sportivi. Non vedo l'ora di tornare a gareggiare con i compagni della Nazionale, la più forte del mondo. Ma a parte questo, è bello stare con loro perché non ti senti giudicato e sei al pari degli altri. È un mondo pulito, con un'umanità disarmante, dove si sta bene. Ora che sono tornato a nuotare per un obiettivo mi sento rinato».

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