«Mi sembra di vivere un film», dice Maninni. Come dargli torto? Un anno fa a quest'ora Alessio Mininni, questo il suo vero nome, era appena tornato a casa, a Bari, da Sanremo, dopo aver conquistato la finale di Sanremo Giovani ed essersi visto chiudere le porte dell'Ariston a un passo dalla possibilità di partecipare al Festival. Dodici mesi dopo, il 26enne cantautore pugliese - visto nel 2016 ad Amici: ma fu eliminato subito, ancor prima del serale - si prepara a mettere piede sul palco più ambito della musica italiana, dove dal 6 al 10 febbraio prossimo porterà la sua Spettacolare. Direttamente da "big". Senza neppure un Disco d'oro o una canzone con almeno un milione di stream su Spotify: «Sono consapevole di essere l'outsider di questo festival. A dire il vero è stata una sorpresa anche per me».
Come ha convinto Amadeus?
«Con la canzone.
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In che senso?
«La mia storia può ispirare tanti giovani che dopo aver incassato un "no" o aver ricevuto una porta sbattuta in faccia, magari si buttano via. Niente di più sbagliato: bisogna essere pronti a rimboccarsi le maniche, crederci sempre. E insistere. Come ho fatto io».
Quando ha iniziato a fare musica?
«Da adolescente, come cantante di una band, mentre consumavo i dischi di gruppi rock internazionali come gli U2, gli Oasis, i Blur. Ci esibivamo in ristoranti e pizzerie, a Bari e nelle zone di provincia. A volte suonavamo per dieci persone o anche meno: andavano comunque intrattenute. Quelle esperienze lì ti forgiano».
In che contesto è cresciuto?
«In una famiglia di instancabili lavoratori. Papà fa l'operaio metalmeccanico. Mamma è un'ex parrucchiera. Ho tre fratelli. Per mantenermi, mentre cercavo il successo con la band, lavoravo come cameriere o nei call center. Ora cerco la svolta. Spettacolare è una canzone in cui credo tanto».
Cos'ha di speciale?
«È un inno alla vita che spero possa parlare a tante persone. C'è un verso che sintetizza il mio percorso: "Hai capito che non è il destino a tirarti fuori dai guai". Il destino te lo devi creare tu. Io più che un eterno sognatore sono un eterno lottatore. Le difficoltà sono sempre dietro l'angolo: non bisogna mai abbassare la guardia. Dopo una caduta c'è sempre una risalita».
Cosa si aspetta dal Festival?
«I dati naturalmente giocano a mio sfavore: non ho chissà quali numeri sulle piattaforme e sui social. Ma spero che Spettacolare possa rendermi se non una rivelazione quantomeno una sorpresa. Comunque è già una vittoria essere qui, a 26 anni, in mezzo a giganti della musica italiana».
Cosa succederà dopo Sanremo?
«Venerdì 9 febbraio, alla vigilia della finale, uscirà il mio album. Si intitola come il brano in gara. Conterrà nove brani ai quali ho lavorato insieme a Enrico Braun e Marco Paganelli, lo stesso team di lavoro dei Pinguini Tattici Nucleari. In studio ho conosciuto anche Riccardo Zanotti, il frontman dei Pinguini: è uno che pur avendo conquistato gli stadi non ha dimenticato le radici. È quello che auguro a me stesso: non dimenticare mai da dove sono partito».